Friuli a rischio frane: 6500 i casi registrati, la metà vicino a strade e case

La regione ha uno dei catasti più aggiornati sui movimenti franosi

Mercoledì 3 Aprile 2024 di Loris Del Frate
Friuli a rischio frane: 6500 i casi registrati, la metà vicino a strade e case

PORDENONE/UDINE - Sono diverse le tipologie di dissesti che possono colpire il territorio, ma quelli franosi, oltre ad essere numericamente più importanti, sono anche sono una caratteristica comune a molti ambienti montuosi e collinari. Non caso in Friuli Venezia Giulia il catasto delle frane porta un numero veramente impressionante, ossia 6.500 casi. Ma si può dire di più, perché il catasto approntato dagli uffici della Regione ha senza dubbio una valenza storica (il numero così elevato si riferisce a questo fatto), ossia che almeno tremila interessano da vicino strade, case o altre strutture che potrebbero essere coinvolte. Questo non significa, ovviamente, che tutte possono arrecare problemi ai centri abitati o alla viabilità, ma sono numerosi i fenomeni che tornano a ripetersi anche a fronte del cambiamento climatico che porta eventi sempre più estremi, anche in Friuli Venezia Giulia.

Il quadro franoso in Friuli Venezia Giulia

La Regione Friuli Venezia Giulia, dunque, si occupa del censimento di tutti questi fenomeni definendone le caratteristiche geometriche, classificandone la pericolosità e monitorandone l'evoluzione nel tempo. L'obiettivo a cui si tende è quello di disegnare un quadro aggiornato della franosità del territorio, valutando le possibili tecniche di intervento, ai fini di una ponderata pianificazione territoriale. La banca dati è stata implementata anche con materiale iconografico, raccolto dal 2000 che congiuntamente con le foto aeree storiche, le ortofoto e i dati laserscan di ultima generazione, hanno dato un supporto decisivo all'analisi evolutiva e all'attuale attività dei fenomeni. Nel prosieguo di tali attività la banca dati è stata omogeneizzata secondo gli standard nazionali ed è oggetto di continue verifiche di campagna, finalizzate alla dinamicità e all'aggiornamento delle informazioni, per una corretta valutazione del rischio e dei relativi vincoli previsti dalla normativa vigente.
Nell'ambito delle attività sui dissesti, la Regione si occupa del monitoraggio di alcune frane che insistono su centri abitati o viabilità strategica.

Questi studi vengono eseguiti mediante tecnologie avanzate e innovative, che hanno l'obbiettivo di definire e quantificare i movimenti dei corpi franosi. Uno dei progetti più importanti è il Massmove, che ha definito gli standard minimi comuni per la valutazione della pericolosità geologica da frane di crollo e scivolamento superficiale.

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Nel 2018 il primo censimento

Tra i dissesti geografici che interessano il territorio regionale ci sono gli sinkhole, fenomeni di collasso o sprofondamento di forma sub - circolare, definiti tecnicamente come depressioni chiuse. Il Servizio geologico della Regione ha realizzato un primo censimento dei sinkhole naturali regionali finalizzato alla prevenzione dei rischi. Il primo censimento è stato realizzato nel 2018 partendo dai dati già disponibili al Servizio geologico, quali il Catasto frane regionale, gli studi pregressi e quelli a corredo dei Piani regolatori generali comunali e alle loro varianti, nonché i dati inerenti tali fenomeni già presenti nel database nazionale Ispra e la bibliografia scientifica. Tale lavoro ha coinvolto tutti gli Uffici tecnici comunali e si è basato sull'analisi di foto satellitari multi -temporali, della cartografia tecnica regionale.

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