PORDENONE - C'è anche una data-limite: prima del 5 febbraio, giorno in cui è previsto l'ulteriore incontro con l'azienda a livello di gruppo. Entro quel limite i sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm vogliono un incontro con il presidente della Regione Massimiliano Fedriga. È questo il contenuto della lettera inviata ieri allo stesso Fedriga, ai sindaci di Pordenone e Porcia ma anche al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. «Le parti sociali - si legge - chiedono al presidente della Regione un incontro urgente in merito alla situazione di crisi, con un focus specifico sulle attività presenti nei siti di Pordenone e Porcia. Chiediamo alla Regione di realizzare un confronto congiunto con Electrolux Italia, in particolare per quanto riguarda le prospettive future.
«La Regione torni sui suoi passi e faccia partecipare i sindacati agli incontri in cui si decide il destino dei lavoratori. E' gravissimo che la Regione convochi un tavolo di confronto con Electrolux e Confindustria escludendo le forze sindacali. Non bastano le rassicurazioni dell'assessore Bini, ancora una volta chiediamo al presidente Fedriga di prendere in mano in prima persona la partita delle crisi industriali del pordenonese. Sia il presidente ad andare da Urso per chiedere che al Mimit sia convocato il tavolo Electrolux e un tavolo dell'elettrodomestico già tardivo e ormai irrimandabile. La latitanza del ministro Urso è imbarazzante». Il segretario della federazione provinciale del Pd di Pordenone Fausto Tomasello chiede alla Giunta regionale «concreta attenzione verso i lavoratori e le loro legittime rivendicazioni», dopo la convocazione per giovedì 25 gennaio di un incontro tra la Regione e i vertici di Electrolux Italia, per fare il punto sul tema degli ammortizzatori sociali, sul piano di riorganizzazione del personale e sulle strategie di sviluppo dell'azienda in Italia e in particolare nello stabilimento di Porcia. »I lavoratori devono essere in ogni passaggio interlocutori dell'azienda e delle istituzioni altrimenti prosegue Tomasello la loro esclusione sarebbe un atto di sfiducia e un tentativo di imporre un'agenda unilaterale».