Droga e alcol a partire dai 13 anni, cento ragazzini ricoverati in Friuli. E scatta l'allarme paracetamolo: cosa si rischia

Venerdì 9 Febbraio 2024 di Marco Agrusti
Il problema della droga

PORDENONE - UDINE - Tra Pordenone e Udine, in un solo anno, quasi cento ragazzini minorenni sono stati ricoverati in ospedale per problemi (anche seri) legati all’abuso di alcol oppure di sostanze stupefacenti. «Ed è un dato sottostimato», è l’allarme lanciato dagli specialisti che questi casi li hanno seguiti da vicino.

Sì, perché gli accessi in ospedale inizialmente non legati a droga, farmaci o alcol ma diventati tali dopo le analisi condotte dai medici in reparto, sono almeno il doppio. E sta diventando sempre più importante un problema inizialmente sottovalutato, che coincide con l’abuso di paracetamolo (per capirci, la tachipirina) tra i giovanissimi. Con il rischio di gravi danni agli organi vitali. Il quadro allarmante è in realtà una fotografia di quello che succede sempre più spesso non nei centri dedicati alle dipendenze, ma nei reparti di Pediatria del Friuli Venezia Giulia. Un’emergenza sempre più difficile da contenere. E allo stesso tempo da spiegare. 


COSA SUCCEDE


Sembra una tendenza senza fine. O meglio senza segnali di un’inversione. I reparti di Pediatria in questo caso si trasformano in termometri che chi di dovere dovrebbe controllare più spesso. Misurano la febbre della società che verrà e allo stesso tempo consegnano un messaggio di allarme: sempre più adolescenti finiscono in Pronto soccorso con patologie o scompensi di natura neuropsichica. E la colpa è dell’alcol, delle droghe, ma anche di farmaci che si possono trovare nell’armadietto di casa, magari custoditi con poca cura da genitori inconsapevoli. Nei reparti della regione si può parlare addirittura di numeri raddoppiati rispetto a prima della pandemia. Ventitré, solamente a Pordenone in pediatria, i minorenni che sono entrati in ospedale con una prima - tremenda - diagnosi chiara: abuso di sostanze. Ed è la punta dell’iceberg, perché questi casi sono solamente quelli che definiremmo impropriamente come estremi, quindi emersi grazie a quadri clinici preoccupanti come crisi o altro. 


LA TIPOLOGIA


Si arriva anche a tredici anni. Alcuni dei casi che finiscono sul tavolo di chi dirige Pediatria e Pronto soccorso sono praticamente pre-adolescenziali, nemmeno adolescenziali e basta. Poco più che bambini, ma già nella morsa delle sostanze. Quali? Alcol, marijuana o hashish. E poi la cocaina, molto più diffusa rispetto a quando dominava ancora il falso mito che si trattasse solo di una droga da ricchi. E in questi casi, poi, quando si parla di alcol non si sta facendo riferimento a un bicchiere, ma alla vera e propria dipendenza. 
Sono ragazzini che hanno appena finito le scuole medie. A volte nemmeno. Non ci sono sostanziali differenze tra i due sessi: il fenomeno si divide abbastanza equamente tra ragazzi e ragazze. 
Le tipologie di accesso in ospedale sono due: accompagnati dalle forze dell’ordine per i casi manifesti oppure mano nella mano delle famiglie quando la situazione diventa ormai chiara tra le mura domestiche. 


IL NEMICO OSCURO


Sul mercato si stanno affacciando anche le droghe sintetiche che già si conoscono nelle grandi città. Ma gli specialisti del reparto hanno lanciato anche un allarme di natura diversa. Sono sempre di più, infatti, i giovanissimi che abusano di paracetamolo. Un farmaco per lenire il dolore per il quale non serve nemmeno la ricetta. Condotte autolesionistiche che però possono provocare gravi problemi. Fino a danni permanenti agli organi vitali. 

Ultimo aggiornamento: 16:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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