Le spaccate non si fermano con l'arresto del tunisino: colpo n.38

Lunedì 15 Ottobre 2018 di Marina Lucchin
Le spaccate non si fermano con l'arresto del tunisino: colpo n.38
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PADOVA Le "spaccate" non si fermano, i commercianti non possono più. Dopo l'arresto del tunisino "re delle spaccate" e tre giorni di quiete in centro a Padova, ecco che arriva di nuovo la tempesta. I ladri mettono a segno il colpo numero 38, da luglio, ai danni dei locali del cuore della città del Santo. Nella notte tra sabato 13 e domenica 14 ottobre 2018 i malviventi sono riusciti a penetrare all'interno del bar al Vescovado, nell'omonima via, proprio dietro al Duomo e alla sede vescovile della curia patavina. Hanno utilizzato probabilmente un piede di porco per forzare la porta d'ingresso in alluminio della caffetteria, che ha ceduto in pochi secondi, senza subire nemmeno troppi danni. I ladri sono entrati, dunque, senza problemi, hanno arraffato il fondo cassa e in una manciata di secondi sono riusciti a fuggire facendo perdere le proprie tracce. Per la fortuna della titolare, diversamente da quanto successo nella maggior parte degli episodi che hanno funestato il centro storico di Padova negli ultimi mesi, i danni sono limitati: nessuna vetrata infranta. In altri casi, invece, le spese per rimettere in sesto il locale sono state particolarmente ingenti, superando anche i 5mila euro: un'enormità a confronto con il misero bottino racimolato.
 
I CONTROLLI L'intrusione si è consumata in piena notte, sembra senza testimoni visto che via Vescovado è abbastanza buia e poco frequentata.

Ad accorgersi del furto ieri mattina la titolare Daniela Pellegrini che si era recata nel suo locale anche se di domenica osserva il turno di chiusura. Fin dal giorno del suo arresto, polizia e carabinieri sapevano che Amor Ben Lazhar Torch, il tunisino 39enne finito in cella con l'accusa di essere l'autore di almeno due spaccate (ma nella sua casa c'era la refurtiva di altri colpi), non era l'unico ladro che agiva in centro storico. Sapevano che in giro per la città c'era ancora a piede libero almeno un ladro pronto a colpire di nuovo. Per questo le forze dell'ordine hanno continuato e continuano nei loro servizi straordinari di controllo del centro storico. Controlli che, però, non sono bastati a scongiurare nuove incursioni dei malviventi, che sembrano quasi non preoccuparsi della presenza massiccia di poliziotti e carabinieri che praticamente ormai blindano tutte le notti il cuore della città. Le indagini delle forze dell'ordine si concentrano principalmente su lupi solitari: troppo misero il bottino perché a muoversi sia una banda organizzata. I carabinieri attendono dal Ris di Parma i profili genetici di sei persone fermate durante la notte in centro, che saranno confrontati con le tracce biologiche lasciate nei locali danneggiati e derubati. LA POLITICA Intanto, dopo i tre giorni di quiete che hanno seguito l'arresto di Torch, la notizia del nuovo colpo ha mandato in fibrillazione i commercianti. E pure l'opposizione di centro destra in consiglio comunale, che non perde l'occasione di attaccare il sindaco Sergio Giordani. In particolare, gli esponenti di Forza Italia, Lega e Lista Bitonci, puntano il dito contro il primo cittadino e la sua amministrazione per via dello scandalo della casa popolare quale covo del re delle spaccate. Torch, infatti, si nascondeva nell'appartamento Ater di via Varese assegnato dal Comune alla sorella del malvivente, che in realtà vive in Tunisia. L'affitto mensile era di 57 euro, ma in realtà non è mai stato pagato, tanto che c'è un buco da quasi 600 euro che dovrebbe far avviare le pratiche per lo sfratto. L'accusa che l'opposizione lancia il sindaco è che il Comune, con la sua polizia locale, non abbia mai effettuato i controlli previsti. Giordani respinge le accuse al mittente. Ma si preannuncia, per questa sera, un consiglio comunale al vetriolo.

Ultimo aggiornamento: 17:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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