Padova. Dopo l'appello trovata la pediatra che salvò la vita ad Anthony: «Lei mi fece rinascere»

A creare il contatto giusto, dopo l’appello del cinquantenne padovano che tanto desiderava conoscere quella dottoressa per dirle grazie, è stata l’Azienda ospedaliera

Giovedì 3 Agosto 2023 di Gabriele Pipia
Anthony Civolani

PADOVA - Tre giorni di mobilitazione per cercare in ogni modo un nome e un cognome. Poi, all’improvviso, ieri mattina la telefonata più attesa. «Sono io la pediatra che vent’anni fa soccorse l’uomo vittima di un incidente sulla Strada Battaglia». Anthony Civolani potrà abbracciare la dottoressa che la notte del 31 luglio 2003 gli salvò la vita arrestando un’emorragia che l’avrebbe portato a morire dissanguato. A creare il contatto giusto, dopo l’appello del cinquantenne padovano che tanto desiderava conoscere quella dottoressa per dirle grazie, è stata l’Azienda ospedaliera di Padova. Si erano attivati tutti, dal direttore generale Dal Ben ai primari, dal personale amministrativo ai colleghi già in pensione. Ieri la professoressa Liviana Da Dalt, direttrice del Dipartimento della salute della donna e del bambino, è stata contattata da A.B., una collega che vent’anni fa era stata una sua allieva come specializzanda in via Giustiniani e oggi lavora in provincia come pediatra di libera scelta. «Sono io».

L’Azienda ha fornito alla pediatra il contatto telefonico di Anthony. Ora manca solo l’abbraccio più atteso.

La storia

Tutto risale alla mezzanotte di giovedì 31 luglio. Anthony Civolani, all’epoca ventinovenne, era appena uscito dal cinema Cineplex di Due Carrare quando a bordo della sua moto fu protagonista di un incidente terribile: un’auto fece inversione a U e lui non riuscì a frenare in tempo. Il resto lo racconta lui stesso: «Ho perso la gamba destra e sono rimasto in coma per 18 giorni, con gravi conseguenze anche agli organi interni. Quando mi sono risvegliato i miei familiari mi hanno raccontato che a salvarmi la vita era stata una pediatra fuori servizio. Era stata anche lei al cinema e si era trovata nel caos dovuto all’incidente. Aveva usato una cintura o non so cos’altro come laccio emostatico per arrestare l’emorragia. Vorrei dirle grazie anche a nome di mio papà che oggi non c’è più».

La risposta

Un appello, lanciato lunedì sulle pagine de Il Gazzettino, che ha colpito tantissimi padovani. I medici dell’Azienda e i colleghi dell’Ulss si sono attivati immediatamente condividendo questo desiderio di chat in chat, fino alla telefonata di ieri mattina. L’appello ha colto nel segno. Anthony Civolani, che oggi gestisce Villa Conigli a Teolo e sei anni fa era stato pure candidato consigliere nella lista civica del sindaco Giordani, attende di poter incontrare di persona la donna ma intanto scoppia a piangere per la commozione. «Io la considero la mia pediatra perché lei quel giorno mi ha fatto rinascere. È come se avessi vent’anni - racconta singhiozzando - e adesso è arrivato il momento di chiudere quel cerchio». Ma perché ha aspettato tutto questo tempo per mettersi alla ricerca di quella dottoressa? «Perché prima non ero pronto - risponde Anthony -. Prima pensavo che incontrare quella dottoressa avrebbe rappresentato per me un nuovo incontro con il dolore. Ora invece sento che è il momento giusto e non vedo l’ora di farlo». Anthony da tempo si impegna per diffondere messaggi positivi legati al mondo della disabilità. Ora ha un nuovo esempio da portare: quello dei tanti medici padovani che si sono mobilitati per realizzare il suo desiderio.

Ultimo aggiornamento: 17:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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