Le elezioni e il "caso Vigonza": scontro nella Lega

Mercoledì 22 Giugno 2022 di Gabriele Pipia
Il sindaco di Vigonza Gianmaria Boscaro e l'assessore Marco Polato

VIGONZA -  Il paradosso è che stiamo parlando di un Comune dove la Lega ha vinto, festeggiando la riconquista del municipio dopo dieci anni all’opposizione.

Qui a differenza di Padova non ci sono rese dei conti da affrontare, sconfitte da analizzare e batoste da digerire. Eppure in questo momento basta pochissimo per riaccendere le scintille interne alla Lega. Basta la nomina come assessore esterno di Vigonza del commissario provinciale Marco Polato.

A lanciare benzina sul fuoco sono i ribelli Bano e Boron: «Vigonza è l’emblema di come viene gestita attualmente la Lega. Catapultando in giunta una persona che non era candidata qui, non ha consenso e non c’entra nulla. Così si sta distruggendo tutto».

Dopo le polemiche legate alle scelte per le liste di Padova ora nel partito scoppia un altro caso.  Tutto ruota attorno alla squadra appena annunciata da Gianmaria Boscaro, il sindaco di centrodestra eletto domenica scorsa. In giunta troviamo tutti assessori neofiti e troviamo soprattutto Marco Polato: vive nella frazione di Perarolo, ma era candidato a Padova dove ha ottenuto 279 preferenze, quinto della lista leghista ed escluso dal Consiglio. 
Il primo a tirare fuori i malumori su questa nomina «calata dall’alto» è stato Walter Grandesso, consigliere uscente nonché leghista più votato, che aveva proposto di arruolare a Vigonza l’ex assessore padovano Alain Luciani, storico militante rimasto fuori dal Consiglio. «Avevo dato la mia disponibilità - conferma ora Luciani -. Alle ultime Regionali a Vigonza ero stato il più votato. Avrei portato la mia esperienza per rapportarsi al meglio con il Comune di Padova e anche per unire le varie anime della Lega. Il sindaco però ha fatto altre scelte». 
La scelta è appunto quella di Marco Polato che avrà la delega all’urbanistica in una fase-chiave, quella che porterà a ridisegnare l’assetto urbano e viabilistico al confine con il futuro ospedale di Padova. 
Il primo ad andare all’attacco è Marcello Bano, sindaco di Noventa Padovana che ormai non teme neppure più l’espulsione. «Queste scelte dei vertici del partito mettono in difficoltà le amministrazioni locali. Ciò che è capitato a Vigonza è davvero una vergogna, non vorrei entrare nel merito delle scelte del nuovo sindaco ma partiamo già molto male se viene dato un posto così a chi non ha i voti e non ha nemmeno esperienza. Viene dato il premio di consolazione a uno che qui non ha fatto nemmeno campagna elettorale. Ma perché?». 
Bano parte da Vigonza per poi allargare il discorso: «Il malumore serpeggia in tutta la provincia. Anzi, in tutto il Veneto visto ciò che è appena accaduto a Mogliano. Sentivo parlare del progetto della Lega 4.0. Sì, forse significa Lega al 4%». Ma nel parlare così non teme l’espulsione, visto il procedimento già avviato ai suoi danni? Bano è serafico: «E perché mai? Io dico quello che penso e l’ultima volta avevo semplicemente detto come candidato sindaco al posto di Peghin avrei visto bene Marcato. Un leghista vero. Io non sono mai andato contro la Lega». 
Rincara la dose il consigliere regionale Fabrizio Boron: «È brutto dire “io l’avevo detto” ma effettivamente ciò che sta accadendo è sotto gli occhi di tutti da tempo. La Lega padovana è distrutta e invece contro Giordani si poteva dare più battaglia. Non è una questione personale, Peghin poteva andare anche bene ma la scelta doveva essere condivisa e si doveva partire un anno prima. Lo hanno usato per scopi personali e questo è il risultato. Hanno umiliato il partito». 
Da Padova la riflessione si sposta al caso Vigonza. «Annuso l’aria di quel famoso cerchio magico di un po’ di anni fa - insiste Boron -. Chi era arroccato sentiva il profumo del potere ma non sentiva l’odore che gli stava venendo incontro». 
Poi, nel merito dell’ultima polemica: «Vigonza rappresenta l’emblema del punto a cui siamo arrivati. La Lega padovana non ha nemmeno un segretario eletto, perché Polato è stato nominato direttamente dai vertici. Ora quel segretario viene catapultato visto che a Padova non è riuscito ad avere una sedia. E allora io dico: caro Marco Polato, se davvero vuoi mettere la tua esperienza al servizio di Vigonza rinuncia al tuo stipendio».
Sull’altro fronte, il sindaco Boscaro precisa: «È stata una scelta condivisa, Polato vive qui e conosce Vigonza». «Preferisco non commentare. Oggi è la giornata del sindaco Boscaro e della sua nuova giunta» dice lo stesso Polato. Non commenta nemmeno il commissario regionale Alberto Stefani, concentrato sul delicatissimo ballottaggio di Verona. 
Chi risponde è Amerigo Magro, l’uomo che guida la sezione leghista di Vigonza. La prima risposta è destinata a Grandesso, il leghista più votato ma ora fuori dalla giunta. «Grandesso fa la vittima, ma non lo è proprio. Ha rinunciato lui all’assessorato. Preferisce fare il consigliere comunale perché è un voto per la Provincia e c’è qualche suo amico ai pieni alti che ha bisogno dei suoi voti alle prossime elezioni (nessuna volontà di fare nomi ma il riferimento potrebbe essere proprio Bano, ndr). La scelta su chi proporre è spettata a me che conosco il territorio e tutti i militanti - continua il segretario locale. Nessuna decisione calata dall’alto. Io non posso fare l’assessore per motivi professionali e la scelta è ricaduta su Marco Polato che abita a Perarolo e conosce Vigonza. Ha un suo lavoro, non aveva per forza bisogno di un assessorato. Ma è la persona giusta, il suo sarà un impegno disinteressato». 
Capitolo chiuso? Molto difficile, la Lega è in subbuglio. 
 

Ultimo aggiornamento: 08:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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