Slavine controllate: sulle Tofane è entrato in funzione il nuovo sistema OBellX

Giovedì 10 Dicembre 2020 di Marco Dibona
OBellX il nuovo sistema di distacco controllato delle valanghe installato sulle Tofane

CORTINA D'AMPEZZO - I boati si sono ripetuti a lungo, scesi dalla Tofana, ieri pomeriggio, ed hanno rimbombato per tutta la conca d’Ampezzo. Guardando nella nebbia, nel cielo che piano piano cominciava a schiarirsi, dopo diversi giorni di maltempo, si vedevano gli sbuffi di neve, fra le rocce. E’ stata confermata così l’efficienza di OBellX, il nuovo impianto di distacco controllato delle valanghe, installato l’anno scorso, quando fu testato.

L’impianto è uno dei lasciti importanti dei Campionati del mondo di sci alpino Cortina 2021; rimarrà, anche dopo le gare di febbraio, per garantire la sicurezza degli sciatori, sulle piste Canalone e Vertigine.


IL TEST
«Abbiamo bonificato il versante, con il distacco controllato di piccole valanghe», conferma l’ingegner Alberto Gaspari, che lavora per conto della società di impianti a fune Ista e affianca Michel De Luca, responsabile di questo sistema innovativo. «C’era già stato un collaudo, in corso d’opera, un anno fa, alla fine dei lavori per l’installazione di O’BellX, che si sono protratti nel corso del 2019. Adesso ormai è a regime e va periodicamente usato. In questi giorni di abbondanti precipitazioni nevose lo abbiamo attivato più volte. Ogni sistema di distacco controllato di valanghe è complesso e deve essere sostenuto da un piano di gestione, che si basa su dati continui. C’è una stazione nivometeorologica di rilevamento; siamo coordinati fra società di impianti a fune. Le venti campane sono dislocate su due piani: quindici sono più basse, nell’area Tofana, quindi di competenza di Ista; le altre cinque sono più in alto, a Ra Vales, e fanno riferimento alla società Funivie Tofana». Questo metodo prevede l’installazione di supporti di metallo fissi, sulla roccia. Ogni anno, in autunno, su quei sostegni vengono posate le campane d’acciaio, dotate di serbatoi di gas, che possono essere miscelati e innescati, con un comando a distanza, per causare le esplosioni. Ogni campana è attivabile separatamente ed è in grado di ripetere numerose deflagrazioni, durante tutto l’inverno. In primavera i meccanismi mobili vengono rimossi dai sostegni e conservati nei depositi. Per sistemarli in autunno e per rimuoverli in primavera si usa l’elicottero. 
L’INNOVAZIONE
Il progetto O’Bellx è stato elaborato dalla Fondazione Cortina 2021 e presentato alla Federazione internazionale sci il 19 ottobre 2017, con un costo previsto di tre milioni di euro. L’intervento fu subito inserito fra le priorità del piano delle opere per i Mondiali, votato dalla giunta comunale ampezzana. Se ne occupò Luigi Valerio Sant’Andrea, commissario del governo per le opere dei Mondiali 2021, a cui è subentrato, la scorsa estate, il nuovo commissario Valerio Toniolo. A Cortina, prima di questo impianto fisso, si utilizzava un sistema analogo, ma con una differenza rilevante: la campana Daisy Bell veniva portata in volo dall’elicottero, fin sopra il pendio da bonificare. Da lontano si liberava la miscela di gas all’interno del contenitore d’acciaio e si innescava l’esplosione. Lo spostamento d’aria determinava il distacco della massa nevosa: «Con quel metodo bisogna aspettare che la nevicata sia finita, che il cielo si schiarisca, per consentire il volo dell’elicottero, vicino alla montagna. Se perdura il maltempo, il velivolo non può agire e di neve se ne accumula tanta, per cui la valanga è di grandi dimensioni. Invece con questo nuovo impianto si possono distaccare piccole masse di neve, più frequentemente, con più sicurezza ed efficienza», spiega Gaspari. Ieri c’è stata una grande attenzione proprio per la sicurezza di eventuali escursionisti: «Va sottolineato che il comprensorio sciistico è chiuso, quindi è vietato salire con le pelli lungo i tracciati. Ci sono gatti battipista, con il cavo d’acciaio dei verricelli in tensione. Ci sono le bonifiche delle valanghe. Inoltre le piste non sono presidiate da personale e addetti al soccorso, per cui chi dovesse restare coinvolto in un incidente, di qualsiasi genere, correrebbe rischi seri». In provincia di Belluno il sistema è già usato nella zona di Arabba e della Marmolada, al passo Fedaia, per una iniziativa attuata nel comune di Rocca Pietore, nel 2018, in Val d’Arei. Allora si decise di intervenire proprio per mettere al riparo le due sciovie in quella zona, che funzionavano da oltre trent’anni. 
 

Ultimo aggiornamento: 08:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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