"Pelmo d'oro" a chi ama le cime Assente Marco Paolini: «Sono affranto, scusatemi»

Domenica 29 Luglio 2018 di Raffaella Gabrieli
Il premio "Pelmo d'oro"
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L’EVENTO - Il trono di Dio protagonista ai piedi della Regina. Ieri mattina, a Bosco Verde di Rocca Pietore, la consegna del “Pelmo d’oro” a chi si è distinto per particolari meriti in ambito montano. A fare gli onori di casa il sindaco Andrea De Bernardin e il presidente della Provincia (promotrice del riconoscimento) Roberto Padrin. Con loro il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti. Impossibile non fare un riferimento alla Marmolada contesa con Trento. «Faremo tutti i passi necessari per riappropriarcene», il parere unanime. Grande assente, Marco Paolini: l’autore, regista, attore e produttore avrebbe dovuto ritirare il Pelmo d’oro per la cultura alpina. Ma la sua sedia è rimasta vuota. Non se l’è sentita di salire sul palco dopo il suo coinvolgimento, qualche giorno fa, in un incidente stradale che ha provocato la morte di una donna. In due lettere inviate al presidente della Provincia e alla Casa comune (Cai, Soccorso alpino e Guide alpine) egli ha descritto il suo profondo malessere. E anche, al contempo, la volontà di non imbarazzare nessuno con la propria presenza. «Le crode sembrano eterne - ha sottolineato - poi un giorno un pezzo viene giù e quel che resta è un po’ diverso da prima. Uno di quegli schianti qualche giorno fa è successo a me. E niente è più come prima». Si è detto disponibile anche ad accettare la decisione di annullare il riconoscimento. Ma Padrin è stato chiaro: «No, Marco, troveremo un’occasione per consegnartelo». 
ALPINISMO IN ATTIVITÀ
Tra le eccellenze dell’alpinismo italiano, il trentino Maurizio Giordani, reduce da una spedizione in Pakistan ma anche tra i maggiori conoscitori della Marmolada. «Ho scalato in tutto il mondo - ha affermato - ma la Regina fa parte di me. L’ho raggiunta innumerevoli volte, tra l’altro senza mai pensare di essere nel Bellunese o in Trentino. Semplicemente, andavo in Marmolada, senza confini. E sono orgoglioso di ricevere questo prestigioso premio proprio qua, ai suoi piedi, pensando alla mia amata parete sud».
CARRIERA ALPINISTICA
Le Dolomiti, Josep Manuel Anglara, ce le ha nel cuore. Basti pensare che da ragazzo, nel 1957, si comprò una moto per raggiungerle dalla Catalogna e che, solo qualche anno dopo, le scelse come meta del suo viaggio di nozze con Elizabeth. «Sono le montagne più belle d’Europa - ha sottolineato - con le loro severe guglie ma anche, di contraltare, con i loro panorami armonici. Amo pure chi le vive, queste montagne: persone calorose e famigliari».
PREMIO SPECIALE
Migliaia di gare alle spalle e quindi milioni di chilometri percorsi: questo, in estrema sintesi, Ivo Andrich e Costantino Costantin, premiati per la loro carriera di corridori in montagna e di fondisti. Delle 45 edizioni della “Marcialonga”, ad esempio, essi non ne hanno perso una e mai si sono ritirati. «Questi due ragazzi di una volta - ha evidenziato Padrin - rappresentano la vera passione per lo sport».
MENZIONE 2018
Il pubblico sarebbe rimasto per ore ad ascoltare i tanti ricordi di montagna che Ugo Pompanin, dall’alto dei suoi lucidissimi 92 anni, ha snocciolato. Un curriculum d’oro con un infinito elenco di scalate, oltre alla costruzione e alla gestione per 35 anni del rifugio Lagazuoi. Mille gli incarichi (anche politici, regolieri e in ambito Superski Dolomiti) tra cui quella di Accademico Cai di roccia assegnatogli quando aveva solo 22 anni, il più giovane d’Italia. Ma Pompanin è stato anche membro e responsabile del Soccorso alpino di Cortina: una presenza lunga 56 anni. «L’ultimo salvataggio - ha ricordato - l’ho fatto nel 1998 a una giovane coppia in difficoltà in ferrata. Dopo averli accolti in rifugio con tutte le cure del caso, l’indomani a malapena mi hanno salutato. Ma non importata, per noi montanari l’aiutare il prossimo è d’obbligo».
PREMIO DE MARCHI
Da 30 anni il Suem è a servizio delle popolazioni del Bellunese e dei turisti delle Dolomiti, mixando perfettamente eccellenze in campo medico, aeronautico e di soccorso alpino. Spesso mettendo a repentaglio la propria incolumità per tutelare quella degli altri. Chapeau. Sul palco è salito il direttore Giovanni Cipolotti: «Siamo di fronte a uno scenario in cui la gente cerca di “incastrare” la montagna come può, adattandola a tempi e modalità ristretti; perché i giorni di ferie sono pochi e quindi si deve fare tutto nonostante magari il maltempo o l’inadeguatezza della forma fisica. E invece no, la montagna non va affrontata con il cervello spento, al contrario con tutta la calma e la preparazione del caso».
DOLOMITI UNESCO
“Le mie montagne hanno dato l’impronta all’uomo che sono”: con questo motto il pluriolimpionico Oscar De Pellegrin ha sottolineato il suo stretto legame con quelle cime che, alla luce dei suoi tanti viaggi internazionali, definisce «le più belle del mondo. Proprio per questo vorrei tanto fossero accessibili a tutti, anche ai disabili. Ecco che con la mia associazione Assi, in collaborazione con la Fondazione Dolomiti Unesco, stiamo predisponendo degli specifici percorsi. Intanto ne abbiamo mappati 23 ma altri arriveranno presto. Grazie per questo premio che riporrò tra i miei allori più belli».
Raffaella Gabrieli
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