L'Ulss "premia" i medici di base che contengono gli esami: «Sistema pubblico ingolfato da analisi fai da te»

Sabato 9 Settembre 2023 di Enzo Bozza
Il dotto Bozza spiega perché è giusto limitare esami inutili

BELLUNO - L’Ulss Dolomiti ha recentemente stretti un accordo biennale 2023-2024 con sindacati di categoria dei medici di base, Fimmg, Snami e Smi cheprevede incentivi e bonus ai dottori che contengono la spesa, ovvero che si attengono ad una maggiore appropriatezza prescrittiva. Il medico di base di Borca, Enzo Bozza, lo definisce “patto per la salute” e spiega le ragioni in un intervento.
 

GLI ERRORI
«Dotòr, mia moglie dice che devo fare una tac “total body”, per saper come sto. Questa frase la si sente spesso in ambulatorio e contiene una verità e due errori. La verità è che la salute degli uomini è nelle mani delle mogli. Il primo errore madornale, è pensare che l’ambulatorio di medicina generale sia un supermercato dove fare la spesa a uso e abuso del “cliente”. Il secondo errore, è pensare che un servizio pubblico abbia risorse illimitate. In medicina l’approccio corretto funziona così: tu sei una persona che ha un problema di salute e non un “cliente” come vorrebbe la logica di mercato, ma qui non siamo al mercato. Ti rivolgi al medico che in prima battuta è, e dovrebbe sempre essere, il medico di base. Ti visita ed esprime una diagnosi con eventuale terapia, e se ha bisogno di ulteriori prove di malattia chiede “in scienza e coscienza” l’esame più opportuno. In “scienza” significa che la preparazione tecnica del medico e le linee guida internazionali, indicano quale sia l’esame più opportuno. In “coscienza” significa che il medico di base, sapendo che spenderà denaro pubblico per gli esami, sceglierà quelli che a parità di efficacia, costeranno meno alla comunità, proprio perché le risorse non sono infinite e non può permettersi di sperperare denaro inutilmente e non avere poi le risorse per tutti». 

NO ALLO SPRECO
In medicina, spendere di più, non significa spendere bene. Bisogna spendere il giusto. E ciò che è giusto, lo decide il medico con la sua preparazione e la sua onestà. Non il paziente. Le vie del male e dell’errore sono infinite, il “fai da te” è la peggiore di tutte. Informarsi su Internet o dall’amico, parente, vicino di casa, su quali esami chiedere al medico induce una richiesta abnorme di prestazioni, molte delle quali, assolutamente improprie e siccome, anziché chiedere aiuto al proprio medico di base si prende la scorciatoia della medicina privata, il sistema pubblico viene ingolfato da una marea di esami per i quali il cittadino si sente in diritto di averli gratuitamente, dopo aver speso una cifra considerevole per il luminare privato di turno. Pago le tasse, quindi mi fai la tac. Non funziona così. Per questo motivo, chi ha veramente bisogno di quell’esame, deve aspettare mesi, in fondo ad una lista di prestazioni inutili e costose per tutti. Per evitare tutto questo spreco di risorse, ormai da anni, con la nostra azienda Dolomiti, noi medici di base sottoscriviamo un “patto” che delinea percorsi e comporta menti corretti da utilizzare a beneficio di tutti. E’ un impegno a sottolineare e applicare quella “scienza e coscienza” nella scelta delle migliori strategie diagnostiche e terapeutiche, mai all’insegna del risparmio, ma nell’ottica di una spesa congrua e giusta con i migliori risultati possibili per tutti. C’è un aspetto che potrebbe sembrare di stampo commerciale e venale: il compenso riconosciuto ai medici che aderiscono al patto. 

LIBERI PROFESSIONISTI
Bisogna tenere presente che i medici di base non sono dipendenti Usl ma liberi professionisti e a questi viene riconosciuto un segno tangibile di apprezzamento per chi ha lavorato meglio e di più, nella giusta ottica che chi produce vada premiato. È la sottoscrizione di un impegno che premia l’impegno.

Si tenga presente, però, che l’impegno deontologico e l’onestà intellettuale dei medici, viene prima del vile denaro. Pertanto, al di là di ogni patto aziendale, dovete credere fermamente che il medico sceglie il percorso migliore in ogni caso. È un aspetto da sottolineare con fermezza, perché nessuno creda che un medico non chieda una tac per guadagnare 50 centesimi in più. Una visione così malevola e distorta è la negazione di tutta la medicina. Si dice da tempo, con ironia, che il sano non è altro che un malato che non sa di esserlo. Noi medici lavoriamo sempre per il contrario: il malato non è altro che un sano che non sa e spesso non vuole esserlo».

Ultimo aggiornamento: 10 Settembre, 08:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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