«Figli di Galan»: l'ex consigliere comunale Bristot è stato assolto per il post su Facebook

Lunedì 23 Ottobre 2023 di Federica Fant
Fabio "Rufus" Bristot incontra Matterella

BELLUNO - Assolto l'ex consigliere comunale di Belluno che dopo l'approvazione a Palazzo Rosso di una mozione sul depauperamento della sanità bellunese, su Facebook si lasciò andare a commenti più o meno esplicitisui "figli di Galan" che non erano stati accolti con favore dal direttore sanitario della Usl Dolomiti. Ma la vicenda che ha trovato l'uno contro l'altro in Tribunale Fabio "Rufus" Bristot e Giovanni Pittoni non si comprende senza ricordare che tutto era nato dal fatto che Bristot aveva ricordato: «Ad oggi manca l'elisoccorso notturno.

E questo dopo due sperimentazioni, la prima del 1998 e la seconda del 2009, e piccoli prolungamenti nel periodo estivo. Ma dalle 20 alle 7 di mattina Falco nel Bellunese non vola. Ad oggi se accadono emergenze si aspetta ancora Treviso o i colleghi dell'Aiut Alpin o di Trento per tutti gli interventi notturni in montagna. Ci siamo fatti superare da molte regioni. Noi siamo ancora al palo senza tema di smentita».

IL PROCESSO
La querela del direttore sanitario risale al gennaio 2021 e riguarda un post su Facebook dell'ottobre 2020 che affrontava il tema della sanità bellunese. Nel testo si leggeva: «Ribadisco lo scenario allarmante, salterà con molta probabilità anche l'elisoccorso notturno, scippato da Treviso». E poi ancora: «Mi raccomando zitti, testa bassa e natiche sempre pronte». Lo sfogo era riferito all'andamento dei servizi sanitari nel nostro territorio, nel senso dello smantellamento di alcuni servizi all'elisoccorso, tema che ha trovato da sempre in Bristot un forte sostenitore, avendo ricoperto cariche all'interno del Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico. Il post del 18 ottobre si inquadrava in un contesto preciso: pochi giorni prima a Palazzo Rosso era stata discussa una mozione in consiglio comunale. Su Facebook sorge un dibattito. Arrivano dei commenti e uno di questi è: «e Zaia che cosa fa?». A questo punto Fabio Bristot risponde: «Zaia si fida troppo di chi ha nominato a dirigere l'azienda più importante della provincia insieme a Luxottica. serve che ora Zaia non confermi il direttore generale e il direttore sanitario, ultimi figli di Galan».


LA REAZIONE
Il dottor Pittoni, direttore sanitario della Ulss Dolomiti, a questo punto presenta querela per diffamazione. Ha spiegato davanti al giudice: «La mia collaboratrice mi ha mostrato il post e mi sono sentito diffamato perché il mio nome veniva accostato indebitamente a un pregiudicato», ovvero l'ex governatore del Veneto Giancarlo Galan. Arrivati al processo, si è costituito parte civile, la prima udienza si svolse a marzo. È stata sentita la dipendente della Usl che aveva sottoposto il post, ascoltate un paio di persone che avevano reagito al post e pochi giorni fa l'ultima udienza. Il pubblico ministero ha chiesto la condanna a 2mila euro di multa. Fabio Bristot ha chiesto di poter fare dichiarazioni spontanee, in cui ha ribadito di non aver avuto nessuna intenzione di offendere o di accostare il dottor Pittoni alle vicende giudiziarie di Galan, ma semplicemente aveva accostato le nomine a Galan, essendo stato un punto di riferimento per una ventina d'anni ed essendo le cariche dirigenziali della sanità. Sono stati depositati documenti, da parte dell'avvocato della difesa, Massimo Moretti. La parte civile, con avvocato Luca Dalle Mule, ha avanzato la richiesta di risarcimento di 5 mila euro più le spese legali. Il giudice Paolo Velo ha assolto Bristot con la formula del "fatto non sussiste" e ha condannato il querelante a risarcire i danni all'imputato in misura di 500 euro. «Il fatto è che non c'era nessuna volontà di offendere chicchessia come è stato ampiamente dimostrato. La sentenza ha colto in pieno questo aspetto, il tutto era correlato al puro diritto di critica».

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