AGORDO - A chi tra la popolazione ha avanzato l'idea di dedicare a Leonardo Del Vecchio una statua, una via, un edificio o altro ancora il sindaco di Agordo risponde senza dubbi: «Sì, lo faremo certamente - sottolinea Roberto Chissalè (nella foto)- È intenzione dell'Amministrazione avviare un confronto e pensare a qualcosa che ricordi per sempre la preziosa presenza del cavaliere nel nostro paese.
L'IDEA
L'ipotesi di dedicare a Leonardo Del Vecchio qualcosa di tangibile, a imperitura memoria, è stata lanciata dalla gente in questi giorni di cordoglio. Non sono da meno gli amministratori che ci hanno già fatto più di un pensiero. «Sicuramente ci siederemo a un tavolo a discuterne - spiega il primo cittadino - confrontandoci con i soggetti in causa come la famiglia e l'azienda. L'Amministrazione comunale valuterà il percorso migliore da seguire per ricordare la vita e l'operato del cavaliere nel nostro paese. Un segnale tangibile affinché chiunque arrivi ad Agordo abbia memoria dell'uomo e dell'imprenditore». Ma il sindaco va cauto, non dev'essere una cosa organizzata in quattro e quattr'otto. «Al contrario va fatto un iter ponderato - sottolinea - perché Del Vecchio merita il meglio».
Intanto giovedì sera, poche ore dopo il termine delle esequie, in municipio era in calendario un consiglio comunale. «L'umore non era certo dei migliori - dice Chissalè - ma il dovere ci richiamava all'ordine, in una seduta convocata prima che ci fosse il lutto. Non potevamo non iniziare con un minuto di raccoglimento in suo onore. Erano presenti tutti i consiglieri ed è stato un momento molto toccante».
IL BILANCIO
«Tutto - dice il primo cittadino - è andato per il meglio. A cominciare dalla partecipazione, immensa e composta. Tra la camera ardente e il funerale tante, tantissime persone hanno reso onore a Del Vecchio: i dipendenti, certo, ma anche un'infinità di persone che con il cavaliere non lavoravano e nemmeno lo conoscevano. Ma tale è la forza positiva emanata da questo illuminato imprenditore che i partecipanti alle cerimonie sono giunti da ogni dove. E questa è la testimonianza di quanto fosse apprezzato per il suo modo di fare impresa e di gestire le maestranze, assolutamente innovativo e vincente. E al contempo sempre umile e legato al territorio». Non da meno è andata la logistica: tutto è filato via liscio.
«Il lavoro più grosso - spiega - l'hanno fatto la famiglia e l'azienda, anche perché le funzioni si sono tenute entrambe in una struttura privata di loro competenza. Mentre per quanto ci riguarda ci siamo occupati prevalentemente della gestione della viabilità e dei parcheggi. I Comuni di Belluno, Alleghe, Falcade e La Valle Agordina ci hanno inviato agenti di polizia locale in supporto ai nostri. E un grande grazie va rivolto ai tanti volontari scesi in campo offrendo un valido aiuto: quelli di tutta la Protezione civile e il personale Asa della Protezione civile di Belluno».
IL GIORNO DOPO
Da giovedì a ieri, passando davanti allo stabilimento di Valcozzena e al PalaLuxottica, tutto è tornato come sempre. I parcheggi colmi delle auto dei dipendenti, che sono tornati a lavorare; i giardinieri all'opera per sistemare le aree verdi; un via vai continuo di fornitori che scaricano pacchi. Alle finestre della fabbrica sono scomparsi i teloni neri posti in segno di lutto così come sono stati tolti i due grandi striscioni con la scritta Grazie presidente. L'unica cosa rimasta a ricordare il triste avvenimento di lunedì è il lungo fiocco nero appeso al monumento dell'occhiale, quel paio di Ray-ban giganti simbolo di un impero.