SOSPIROLO - Che ci sia l'impronta del lupo sulla morte di una cavalla in località Salet, è più che certo. Anzi, vista la mole considerevole dell'equina, le unghie e i denti che l'hanno azzannata devono essere stati di molti esemplari. La predazione è avvenuta qualche giorno fa nell'area esterna del Centro di riproduzione della razza Maremmana "Val Cordevole", gestito dai Carabinieri forestali, a pochi chilometri di distanza dalla stazione comando di Candaten.
L'ATTACCO
Nella solita trentina di cavalli Maremmani in piena forma, prestanti e scattanti, nei giorni scorsi, gli operatori del sito ne hanno ritrovato uno di meno. Del capo in questione, una femmina, era rimasto solo un cumulo di ossi e pelo: è stato subito lanciato l'allarme-lupi.
IN PARLAMENTO
Sempre in questi giorni, Federcaccia ha presentato una propria istanza in Parlamento. «Il nostro presidente nazionale Massimo Buconi - afferma il presidente provinciale bellunese Alberto Colleselli - è stato chiaro. Il lupo, e lo ripetiamo ancora per evitare ogni strumentalizzazione che ogni volta in cui si affronta il tema della sua gestione, come di quella di altri carnivori o di qualsivoglia specie, viene subito messa in atto, non è una specie cacciabile e non interessa ai cacciatori che lo diventi. Lo Stato ha uomini e risorse professionali adeguate ad affrontare, se lo vorrà, la questione. Ma come cittadini che vivono la ruralità e ne sostengono le attività, siamo interessati a che la gestione del lupo e dei conflitti che la sua presenza genera, vengano affrontati dalle istituzioni. La nostra, quella esposta a Roma, è una richiesta di sicurezza da parte della società. La gestione adeguata di questa questione rappresenta un elemento cruciale per garantire una convivenza pacifica ed equilibrata tra l'uomo e il lupo».