Il titolare della De Pra: «Noi possiamo assumere ma c'è il problema della lingua»

Venerdì 17 Giugno 2022 di Giovanni Santin
Piervincenzo De Pra

ALPAGO - Quando, telefonando al Centro per l'Impiego di Belluno, Piervincenzo De Pra, titolare della ditta De Pra Materie plastiche srl di Pieve, nella zona industriale di Paludi in Comune di Alpago, si è sentito dire che i corsi di italiano per stranieri sarebbero partiti con la ripresa della scuola, allora ha capito che bisognava fare qualcosa di più. «Vorrei lanciare un appello alle istituzioni locali della nostra Provincia - dice Piervincenzo - affinché si metta in moto subito un sistema efficace per insegnare l'uso della lingua italiana». Insomma: in questo caso non c'è il solito discorso che non si trova la manodopera, ma piuttosto che quando è straniera i problemi aumentano perché l'ostacolo della lingua pregiudica la comprensione delle indicazioni; quindi accade che le consegne non vengano portate a termine fino in fondo o addirittura non vengano comprese.

STORIA DI SUCCESSO
Il nome De Pra in provincia di Belluno è legato a doppio filo con quello dell'imprenditoria: «La nostra famiglia ha compiuto 100 anni di storia come attività imprenditoriale in provincia di Belluno; nel 1919 abbiano festeggiato il secolo di iscrizione ininterrotta alla Camera di Commercio.

In tre generazioni abbiamo esteso ed ampliato il nostro lavoro a livello internazionale». E la De Pra Materie plastiche è un'azienda specializzata nella lavorazione e commercio di materiali plastici da oltre cinquant'anni. «Da quando abbiamo questo problema? Da anni spiega l'imprenditore e le istituzioni, la politica non possono non occuparsi di questa situazione». Non una questione nuova, quindi. Tredici anni fa, per esempio, l'imprenditore aveva deciso di accompagnare al corso di lingua italiana un giovane del Ghana che stava cominciando a lavorare nella sua azienda. E così ogni volta che c'era lezione, faceva salire il suo giovane dipendente sulla propria macchina e dalla zona di Paludi lo portava a Puos, sede del corso: «E qui ogni volta lo aspettavo per un'ora e un quarto. Perché lo facevo? Per spirito umanitario e anche, sono sincero, per convenienza; per poter cioè avere una persona su cui poter contare».

DARE VALORE AL LAVORO
Ed infatti ora quel giovane di allora è un uomo che qui si è radicato e ha famiglia. In questo momento è più facile poter assumere personale proveniente da Paesi extra comunitari: «Ma oltre a dover insegnare un mestiere a queste persone prive di professionalità, ci troviamo di fronte ad un grosso problema che è la conoscenza della lingua italiana». De Pra punta il dito su un sistema che non funziona: «In altre parti d'Europa, soprattutto al Nord, in prima battuta lo Stato insegna la lingua del Paese alle persone che arrivano da fuori. A quel punto esse sono pronte ad entrare efficacemente nel sistema produttivo e possono essere assunte. Il nostro compito deve essere quello di insegnare a lavorare, non a parlare».

L'URGENZA È ADESSO
Un aspetto non da poco anche sotto altri punti di vista: «Certo in azienda è importante avere persone che lavorano bene, ma non è da sottovalutare l'aspetto della comunicazione, del confronto e del dialogo. E la proprietà di linguaggio non è un dettaglio. Giunto a questo punto ho scelto di parlare con il giornale per rendere chiaro a tutti quali siano le difficoltà di comunicazione, vocale e scritta, tra noi imprenditori e le maestranze al lavoro». Aspetti che, come si diceva, compromettono in maniera importante l'esecuzione dei compiti assegnati. «Il problema è ora, l'urgenza è adesso. Non possiamo aspettare la riapertura delle scuole o altri tempi lunghi che fanno ritardare tutto il sistema di lavoro». E con questa situazione Piervincenzo De Pra si scontra quotidianamente: «Ora in azienda ci sono quattro persone straniere; uno di essi è del Mali ed i problemi non mancano; oggi pomeriggio (ieri, ndr) arriverà un ragazzo pakistano che mi è stato segnalato da un amico...».

Ultimo aggiornamento: 20:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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