Telecamere e privacy: occorre trovare un equilibrio tra diritti diversi. Ma senza confondere le responsabilità

Sabato 16 Marzo 2024

Caro direttore,
l'episodio del carabiniere ripreso mentre picchia un immigrato che si rifiutava di salire in macchina per l'identificazione fa riflettere. Al di là dell'esecrabile episodio c'è una considerazione da fare. Il carabiniere avrebbe agito in quel modo se avesse saputo di essere ripreso dalle telecamere? E se lo avesse saputo come si sarebbe dovuto comportare? La questione non è di poco conto e testimonia come le telecamere stiano cambiando il nostro approccio con la realtà. Episodi come quelli del carabiniere ci sono sempre stati solo che prima non lo sapevamo. Quindi ben vengano le telecamere ma stiamo attenti a non trasformare la società in una società di osservati speciali. Perché i video come tutti gli strumenti a nostra disposizione sono una cosa che può essere utile o dannosa. Dipende sempre dall'uso che se ne fa.

Lino Renzetti


Caro lettore,
il proliferare di telecamere in ogni angolo delle nostre città, qualche riflessione la impone perché occorre trovare un equilibrio tra le ragioni di sicurezza e le esigenze di privacy.

Si tratta infatti di due diritti che possono entrare in conflitto tra di loro: perché se da un lato è legittimo che un cittadino aspiri a vivere tranquillo e approvi l'installazione di sistemi video che disincentivino i malviventi, dall'altro è giustificata anche la posizione di chi non gradisce affatto che la propria vita sia costantemente vivisezionata da "ficcanasi tecnologici. Ma l'episodio di cui lei parla è un po' diverso. Perché il video è stato realizzato con il telefonino da un ragazzo che passava di lì. E il carabiniere che nel filmato si vede maltrattare un cittadino che rifiutava di salire sull'auto dell'Arma, non può certo appellarsi alla privacy o contestare l'eccessiva invadenza di sistemi di controllo. Nel suo ruolo è tenuto al rispetto delle leggi, telecamere o meno. Il punto è un altro: occorrerà capire se era davvero inevitabile ricorrere a quelle maniere forti e di cosa era accusato o sospettato quel cittadino per giustificare una reazione così decisa da parte del militare. Per farlo sarà però necessario anche sapere cosa fosse successo prima di quelle immagini e la ragione per la quale i carabinieri erano intervenuti in quel posto. Perché un video è un documento importante, ma va sempre contestualizzato. Non è una verità, è un pezzo di verità. Sarà comunque il comando dell'Arma a dover dare le necessarie risposte a tutte queste domande. Ma certamente in tutta questa vicenda la privacy non c'entra.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci