Facile essere solidali a parole. Ma nella realtà sono sempre i soliti

Domenica 26 Novembre 2017
13
Caro direttore,
il tema dei migranti è davvero complesso, però un'osservazione mi viene spontanea: chiediamo sempre alla chiesa Cattolica di aiutare questi poveretti che vengono nel nostro paese, ma mai ho sentito un appello alla comunità islamica. Mai si sente parlare di un imam che vuole accogliere i suoi fratelli musulmani in difficoltà, venuti nel nostro paese in cerca di fortuna. Molti sono in prima fila quando c'è da parlar male della chiesa Cattolica, ma pochi parlano della non-accoglienza da parte della comunità musulmana. Non ho infatti mai sentito un imam parlare di aiutare i suoi fratelli islamici. Le chiederei, data la delicatezza dell'argomento, di poter firmare con la mie sole iniziali.


A.P.Venezia

Caro lettore,
la sua mi sembra una giusta osservazione: è vero, anche le comunità islamiche potrebbero e dovrebbero farsi carico del problema, soprattutto quando i migranti sono, dal punto di vista religioso, loro confratelli. Ma mi par di poter dire che nei confronti dei flussi migratori in molti preferiscano voltar la testa dall'altra parte. Fingere di non vedere i problemi e le difficoltà che questo fenomeno porta inevitabilmente con sè. Altri invece fanno loro il vecchio e sempre valido motto: armiamoci e partite. Ecco allora che si firmano appelli, si chiedono porte aperte e disponibilità nei confronti di chiunque arrivi nel nostro Paese, servizi adeguati e sostegni economici. Ma a garantire tutto questo deve sempre essere qualcun altro: lo Stato, la Chiesa cattolica, la Croce Rossa. Essere solidali e accoglienti a parole è molto facile, nella realtà le cose sono ben più difficili da gestire. La vicenda dei migranti in fuga da Cona è li a dimostrarlo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci