Profugo suicida, più delle vuote parole meglio il silenzio e la riflessione

Domenica 29 Gennaio 2017
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Caro direttore,
è semplicemente straziante e struggente dovere assistere in diretta una persona che si lascia affondare dalla disperazione e decidere di chiudere la propria esistenza nell'abisso buio delle acque gelide di Canal Grande, in una città che, come tante altre, vive i suoi frenetici ritmi dell'ordinario collettivo.
È tremendo, angoscioso, impressionante non potere fare proprio nulla, tentare d'intervenire, sorpresi ed anche increduli davanti ad una morte in diretta, uno spettacolo reale, sconvolgente, che racchiude tutta la sua drammaticità e sconfinata tragedia. Resta, poi, come al solito, il dopo, le reazioni basite di pietà mista a comprensione ed incomprensione per una vita che finisce così, dentro una società progredita come la nostra, in mezzo alla gente di tutti i giorni che, prima o poi, sarà anche costretta a dimenticare, purtroppo, pure, facilmente, come spesso sta avvenendo a contatto di chi viene ancora classificato meno uguale dell'altro. 
Così è anche il risvolto degli umani.
Adalberto de' Bartolomeis
Monselice (Pd)


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Caro lettore,
il video diffuso dal Gazzettino sul giovane profugo suicida annegato in Canal Grande di fronte a decine di persone ha fatto molto discutere. Erano senza dubbio immagini sconvolgenti e strazianti che, non a caso, hanno fatto il giro del mondo, generando polemiche e dibattiti. In molti, anche dall'estero, hanno anche alzato il dito accusando i presenti di non aver nulla per salvare quel ragazzo. Resta però da vedere se costoro si sarebbero gettati in acqua per cercare di convincere il profugo a raggiungere la riva e a non rinunciare alla vita. 
È sempre facile ergersi a giudici e censori stando seduti in poltrona. In questi casi il silenzio e la riflessione (e magari una preghiera) sarebbero la reazione migliore. 
Un video come quello pone tutti noi di fronte a tanti interrogativi. Proviamo a dare qualche risposte. Sarebbe un esercizio assai più utile che inondare giornali e social di parole vuote.
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