Ecco perché, caro lettore, non è vero che facciamo giornalismo scandalistico

Giovedì 2 Agosto 2018
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Gentile Direttore, 
l'ennesimo esempio di giornalismo scandalistico. A pagina 17 del Gazzettino di ieri: il cane Kaos è morto per infarto (cosa già ipotizzata da qualcuno). Eppure avete tuonato per giorni, compresi i commenti dei Soloni di turno, per condannare gli assassini avvelenatori, come si è visto rivelatisi del tutto inesistenti. Non vi sembra il caso, talvolta, di essere più cauti prima di sparare a zero su presunti colpevoli di reati odiosi? E non vi viene mai in mente di chiedere scusa a chi vi legge? 


Pierfrancesco Cappelletto
Zero Branco (Tv)


Caro lettore, 
poiché sono consapevole che, soprattutto nell'era digitale, fare informazione è un mestiere naturalmente esposto agli errori, non ho mai avuto problemi a chiedere scusa quando abbiamo dato notizie sbagliate o imprecise. Non ho quindi nessuna difficoltà a farlo anche in questo caso. Ma mi permetta di respingere l'accusa di giornalismo scandalistico: non ci appartiene e non è nel nostro stile. 

E mi consenta anche di correggerla: non è vero che abbiamo tuonato per giorni contro gli avvelenatori di turno né che abbiamo sparato a zero od ospitato soloni o indignati speciali. Forse si riferisce ad altri giornali. Abbiamo dato conto, un giorno solo, della morte di Kaos e delle prime ipotesi investigative e dei relativi commenti che la vicenda aveva suscitato. Questo non è scandalismo, è giornalismo. 

I fatti e le successive indagini hanno poi dimostrato che dietro la fine del povero e valoroso cane non c'era nessun mistero né nessuna cospirazione, ma un più semplice infarto. Tutto sommato, meglio così. O no? Mi lasci poi aggiungere una cosa. Nei giorni scorsi una giovane atleta italiana di colore è stata fatta oggetto di un lancio di uova da un' auto che le ha procurato una seria ferita al viso che mette a rischio anche la sua partecipazione agli Europei di atletica. Un atto ignobile. Immediatamente si è parlato di attentato razzista ed è partita una sarabanda di reazioni e di accuse ad ogni livello. Il giorno dopo pochi giornali hanno però evidenziato, con il dovuto risalto, che secondo i Carabinieri, l'agguato a Daisy, per quanto grave, quasi certamente non aveva alcuna matrice razzista. Come poi si è dimostrato. 

Tra quei pochi giornali c'era il Gazzettino. Che non insegue gli scandali, ma cerca - talvolta riuscendoci altre volte no - di capire le notizie. Spero che da lettore attento, quale lei è, lo abbia notato. E apprezzato
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