Da persona fisica a istituzione, la sobrietà non si dimostra solo viaggiando in autobus

Giovedì 5 Aprile 2018
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Gentile direttore,
nel lunedì successivo alla sua nomina istituzionale a Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico è salito alla ribalta della cronaca per la scelta di raggiungere Roma da Napoli servendosi del treno e dell'autobus di linea. Va anzitutto doverosamente sottolineata la coerenza comportamentale del Presidente Fico con i princìpi insistentemente promossi dal Movimento 5 Stelle sui costi della politica, così come sugli sprechi e sul malsano professionismo che l'ha inquinata in tanti decenni di democrazia male interpretata. Pare tuttavia doveroso, in coda a queste considerazioni, richiamare un assioma di cui spesso ci si dimentica quando si parla dei politici: stiamo parlando di quelle figure che rappresentano tutti noi e che sono chiamate a gestire il Paese in nome di tutti i cittadini. Se così è ne consegue la doverosa distinzione fra persona fisica e ruolo da questa ricoperto. Un esempio illuminante: lo sfarzo del palazzo del Quirinale non è un privilegio in cui è chiamato a vivere il signor Sergio Mattarella, ma è il luogo di massimo prestigio della capitale, dedicato ad ospitare la figura del Capo dello Stato, cioè il primo degli Italiani che, proprio in questa veste, rappresenta e riassume tutti noi. L'esempio può facilmente essere allargato all'Eliseo per il Presidente della Francia, al Cremlino per il Presidente della Russia, alla Casa Bianca per il Presidente degli Stati Uniti. Il rispetto per l'Istituzione e per la figura che la rappresenta sta quindi alla base del lusso, dei privilegi, così come degli stessi emolumenti che vengono assegnati a coloro che, eletti democraticamente dal popolo o dagli organi collegiali a cui vengono affidate le nomine, vanno a ricoprire una qualsivoglia carica istituzionale. Denigrare tutto questo, dare del ladro a chiunque faccia politica è un modo per offendere quelle Istituzioni che, pur nella loro attuale fragilità, dobbiamo sempre sentire come l'espressione di sintesi dell'intera comunità. Per tutto questo, Roberto Fico deve spogliarsi della veste di signor Fico ed indossare senza inutili goliardate quella di Presidente della Camera dei deputati, Istituzione dello Stato che egli dovrà onorare nel rispetto per il Paese intero.


Giorgio Bido
Padova


Caro lettore,
il gesto del presidente della Camera è apprezzabile se è destinato a restare un gesto simbolico. Come a dire: guardatemi, non sono cambiato solo perché sono diventato la terza carica dello Stato, continuo a usare il treno, il bus ed eventualmente il taxi. Se invece dovesse diventare un'abitudine, sarebbe un guaio. Anche oneroso per le casse dello Stato. Perché Fico, in quanto presidente della Camera, non può circolare per la strada o salire sugli autobus da solo, ma si deve muovere affiancato dai suoi agenti di scorta, la cui presenza e il cui numero dipende dal ministero degli Interni, cioè dall'organismo che può e deve valutare i gradi di rischio a cui una personalità istituzionale è esposta. Ora, come è chiaro a chiunque, proteggere una persona su un bus pubblico o quando è a bordo di un taxi è assai più complicato e impegnativo che farlo in un'auto e nell'ambito di un percorso controllato. Nessuno ha costretto Roberto Fico a diventare Presidente della camera. Ha accettato di buon grado di assurgere alla poltrona più alta di Montecitorio e altrettanto di buon grado dovrà attenersi alle regole e ai riti che ogni ruolo istituzionale, indipendentemente da chi lo occupa, comporta. Siamo certi che saprà adeguarsi. Se poi vorrà dare segnali di coerenza e di sobrietà avrà sicuramente modo di farlo nell'esercizio del suo mandato. Magari senza sentirsi obbligato a diffonderli, seduta stante, attraverso instagram o facebook. 
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