Caso Dell'Utri, scontro sulle intercettazioni nel ristorante romano

Venerdì 25 Aprile 2014 di Cristiana Mangani
Caso Dell'Utri, scontro sulle intercettazioni nel ristorante romano
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ROMA - Un memoria presentata dai legali al Tribunale del riesame di Palermo per ribadire che Marcello Dell’Utri non andava arrestato, che quelle intercettazioni carpite al tavolo del ristorante Assunta Madre non potevano essere utilizzate, sebbene rivelassero una volontà di fuga. Gli avvocati Massimo Krogh e Giuseppe Di Peri hanno tentato così di annullare il mandato di cattura internazionale che ha reso l’ex senatore di Forza Italia un detenuto scomodo in Libano.



NUOVI ATTI

La schermaglia tra la Procura generale e i legali è andata avanti per più di un’ora. In aula a rappresentare la tesi dello studio Krogh c’era l’avvocato Nicoletta Piergentili. I difensori hanno respinto la tesi del pg Luigi Patronaggio che punta a dimostrare la «fuga programmata» dell’ex parlamentare su cui pende una condanna a sette anni per concorso in associazione mafiosa, e per il quale è attesa la sentenza della Cassazione il 9 maggio prossimo. Il Tribunale si è riservato di decidere, e il responso è atteso tra sabato e lunedì. In aula il pg ha prodotto anche una nuova informativa della Dia, nella quale vengono ricostruiti gli spostamenti dell’ex senatore nei giorni che hanno preceduto la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare. Patronaggio insiste sulla volontà di Dell’Utri di sfuggire all'eventuale condanna definitiva, corroborata anche dalle intercettazioni in cui Alberto, il fratello gemello, descriveva i dettagli di quello che sembrava un vero e proprio piano di allontanamento dall’Italia. Nelle carte depositate ci sono il biglietto aereo Parigi-Beirut (partenza il 24 marzo), l'individuazione grazie alle celle telefoniche del cellulare nella città libanese, la registrazione in albergo e l'utilizzo della carta di credito.

Tutti elementi ai quali si appiglia la difesa per dimostrare che il loro assistito non aveva intenzione di fuggire. Si sarebbe trovato in Libano per questioni di salute e d'affari - sostengono - come, del resto, era successo altre volte in passato. E comunque, al momento della partenza, era un libero cittadino con passaporto valido. Al vaglio del Tribunale anche l'utilizzabilità dell'intercettazione delle conversazioni di Alberto, captate a novembre nel ristorante di via Giulia. Secondo i difensori, che citano la decisione del Tribunale del riesame sul rigetto del divieto di espatrio, l'intercettazione sarebbe inutilizzabile perché poteva essere usata a carico di altre persone ma non per la valutazione delle esigenze cautelari, come invece ha fatto la Corte d'appello.



L’ESTRADIZIONE

Nel frattempo il ministero della Giustizia continua a preparare la richiesta di estradizione che dovrebbe essere inviata in Libano nella settimana successiva al primo maggio. Gli esperti di via Arenula hanno tempo fino all’11: subito dopo Dell’Utri tornerebbe in libertà per decorrenza dei termini. Si tratta di un lavoro molto complesso, anche perché non deve essere facile tradurre dal siciliano stretto al francese i verbali di interrogatorio dei collaboratori di giustizia che sostengono le accuse nei confronti del fondatore di Forza Italia. Sembra che il metodo scelto sia quello di lasciare le parole in siciliano aggiungendo la spiegazione del termine in francese.
Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 12:06

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