Caltanissetta, picchiano a sangue e sfregiano un ragazzino: quattro in manette

Mercoledì 1 Novembre 2017 di Mario Meliadò
Un panorama di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta
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I carabinieri della tenenza di San Cataldo – importante centro a ridosso di Caltanissetta – e della Compagnia nissena hanno posto le manette ai polsi di quattro giovinastri tra i 18 e i 20 anni d’età, che avrebbero dato vita a un incubo della peggior specie ai danni di un ragazzino minorenne, sfregiandolo, picchiandolo e sottoponendolo a ogni sorta d’umiliazione.
 
I fatti risalgono al 21 gennaio scorso. La giovanissima vittima si trovava insieme a due coetanei in un locale sancataldese di corso Unità d’Italia: a un tratto, per un motivo banale c’è stato uno scambio di battute con un ragazzo più grande, maggiorenne. Rapidamente, sono rapidamente volate parole grosse. Al culmine della lite, il maggiorenne e un altro ragazzo minore (che nel frattempo ha compiuto i diciott’anni) lo hanno afferrato e trascinato a forza in un garage dei paraggi di proprietà di un amico dell’energumeno rapitore.  
 
Una volta nel garage, sono volate botte da orbi ai danni del ragazzino che aveva “osato” tenere testa al suo aggressore. Un pestaggio senza esclusione di colpi da parte del “branco” durato oltre mezz’ora, all’ombra del “Calvario”, che alla vittima è costato calci, pugni, uno sfregio permanente in pieno volto e tante umiliazioni, non ultima quella d’essersi sentito chiedere di «baciare i piedi» (le scarpe) di chi lo stava picchiando senza pietà.
Solo l’intervento di due amiche degli aggressori fece finire quell’inferno: ma prima di lasciare andare il ragazzino, i suoi aguzzini lo minacciarono di morte in caso avesse parlato con qualcuno dell’accaduto.
 
Ma quella sera i suoi genitori, vedendo il loro ragazzo tornare a casa barcollante e pieno di sangue, prima portarono il figlio al pronto soccorso dell’ospedale “Sant’Elia” – dove i sanitari riscontrarono lesioni gravissime – poi senza pensarci su neanche un attimo andarono a denunciare tutto ai carabinieri.

Adesso, il mandato di cattura spiccato dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale e il Tribunale per i minori di Caltanissetta, con le severissime accuse nei confronti dei “bulli” (tutti incensurati) di concorso in sequestro di persona aggravato e lesioni personali gravissime. Tre dei quattro presunti emuli di “Arancia meccanica” si trovano adesso agli arresti domiciliari; il quarto, quello minore d’età all’epoca dei fatti, è ospite di una comunità.


 
Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 00:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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