MEDIO ORIENTE

Raid Usa e Gb nello Yemen, colpite decine di obiettivi Houthi. Attaccata la Capitale Sana'a. I ribelli: «Risponderemo all'aggressione»

Gli aggiornamenti in diretta sul conflitto in Medio Oriente

Sabato 3 Febbraio 2024

Houthi: «Risponderemo all'aggressione»

«Il bombardamento da parte della coalizione anglo-americana di un certo numero di province yemenite non cambierà la nostra posizione.

Le nostre operazioni militari contro Israele continueranno fino a quando i crimini di genocidio a Gaza non saranno fermati e l'assedio non sarà tolto, non importa quanto costi il sacrificio». Lo ha affermato su X Mohammed al-Bukhaiti, membro dell'ufficio politico degli Houthi «L'aggressione americano-britannica contro lo Yemen non rimarrà senza risposta, e andremo incontro a un'escalation con un'escalation», ha aggiunto.

Il segretario alla Difesa Usa: «Houthi fermino attacchi o altre conseguenze»

Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin avverte gli Houthi che dovranno affrontare «ulteriori conseguenze» se non cesseranno gli attacchi contro le navi nel Mar Rosso. In una nota il capo del Pentagono ha sottolienato che «l'azione militare di oggi invia un chiaro messaggio ai ribelli che continueranno a subire ulteriori conseguenze se non porranno fine ai loro attacchi illegali contro le navi da guerra e le navi da guerra internazionali».

Usa e Gb: «Colpiti 36 obiettivi Houthi in 13 località dello Yemen»

Gli attacchi hanno colpito «36 obiettivi Houthi in 13 località dello Yemen in risposta ai continui attacchi dei ribelli contro le navi commerciali e internazionali, nonché le navi militari in transito nel Mar Rosso», si legge nel comunicato congiunto.

Stati Uniti e Gran Bretagna confermano l'attacco

Stati Uniti e Gran Bretagna hanno colpito «decine di obiettivi» Houthi. Lo riferisce un comunicato congiunto nel quale si sottolinea che l'obiettivo degli attacchi è «ristabilire la pace e la stabilità».

Colpiti almeno 30 obiettivi Houthi in Yemen

Stati Uniti e Gran Bretagna hanno colpito almeno 30 obiettivi Houthi in Yemen. Lo riferisce la Cnn citando fonti informate.

"Raid americani-britannici su Sanaa"

I media affiliati ai ribelli Houthi affermano che la capitale yemenita «Sanaa è stata bersagliata da raid americani-britannici». Lo riferisce Al Jazeera. In precedenza il Comando Centrale degli Stati Uniti aveva annunciato di aver preso di mira 6 missili anti-nave nelle aree sotto il controllo degli Houthi nello Yemen.

Gli Usa hanno colpito sei missili anti-nave lanciati dai ribelli Houthi

Gli Usa hanno colpito sei missili anti-nave lanciati dai ribelli Houthi al largo dello Yemen. Lo riferisce il Comando centrale, Centcom, in un post su X.

Hezbollah: Israele bombarda città del Libano meridionale

L'Idf ha attaccato la città di Bint Jbeil nel sud del Libano e le città di Alma al-Shaab e Dahaira. Lo ha riferito il canale libanese Al-Manar, affiliato a Hezbollah. Nel frattempo, la rete libanese Al-Mayadeen, anch'essa associata all'organizzazione sciita, ha segnalato attacchi ad A-Naqoura.

Usa, distrutti 8 droni al largo delle Yemen

Gli Usa hanno annunciato di aver distrutti ieri otto droni al largo dello Yemen e quattro a terra. Lo riferisce il Comando Centrale, Centcom, in un post su X. (

L'Italia lavora a G7 su sicurezza navale nel Mar Rosso

«In merito alla sicurezza dei traffici navali nel Mar Rosso, Mar Nero e davanti alla costa di Israele, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini sta lavorando per organizzare un G7 speciale dedicato al tema». Lo rivela l'ammiraglio Nicola Carlone, comandante generale del Corpo delle capitanerie di porto-Guardia Costiera, rispondendo a una domanda durante la seconda edizione del forum 'Shipping, Transport & Intermodal Forum' organizzato a Rapallo da Telenord e The International Propeller Club.

Almeno 34 morti nei raid americani in Siria e Iraq

Sono almeno 34 le persone rimaste uccise nei raid americani in Siria e Iraq contro postazioni delle milizie filoiraniane: 16 i morti in Iraq, dove altre 25 persone sono rimaste ferite, secondo quanto reso noto dal governo iracheno, 18 in Siria, stando ai dati forniti dall'Osservatorio siriano per i diritti umani.

Oltre 20 morti nel raid in Iraq e Siria

Sono oltre venti i morti causati dai raid statunitensi in Iraq e Siria, stando a quanto riportato dall'Osservatorio siriano per i diritti umani e da fonti mediche dell'ospedale iracheno di Qaim, in Iraq. In Siria ci sarebbero stati - secondo l'Osservatorio - almeno 18 morti nei raid, che avrebbero colpito 17 postazioni vicino a Mayadin - uno dei grandi centri operativi nell'est del paese - e Bokamal, a tre chilometri dalla frontiera con l'Iraq. Gli attacchi in Iraq hanno preso di mira la provincia occidentale di Anbar, dove fonti mediche dell'ospedale generale di Qaim hanno confermato all'agenzia curdoirachena Rudaw la morte di almeno 3 persone ed il ferimento di altre 25. Tra le vittime, secondo fonti dell'agenzia, potrebbe esserci il capo della divisione logistica delle Forze di mobilitazione popolare, coalizione di milizie paramilitari filoiraniane in Iraq, Abás al Darayi.

Casa Bianca: attacchi riusciti e durati trenta minuti. Ci saranno ulteriori risposte

Gli attacchi americani contro obiettivi filoiraniani in Iraq e Siria si sono svolti nell'arco di 30 minuti e «sono stati coronati da successo». A riferire dei raid notturni è stata la Casa Bianca: secondo il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby agli attacchi hanno preso parte diversi aerei, tra cui i B-1. «Ci saranno ulteriori risposte», ha poi avvertito. Nella notte tra sabato e domenica scorse, tre soldati americani sono stati uccisi in Giordania da un drone lanciato da gruppi militanti filoiraniani. «Non stiamo cercando una guerra con l'Iran», ha aggiunto Kirby, precisando che gli Stati Uniti hanno preallertato il governo iracheno, ma che «non ci sono state comunicazioni con Teheran» dall'attacco dello scorso fine settimana.

Ira Baghdad: attacchi Usa violazione sovranità, conseguenze nefaste

Gli attacchi degli Stati Uniti costituiscono una «violazione della sovranità irachena» e rappresentano una minaccia le cui conseguenze saranno «nefaste per la sicurezza e la stabilità». Il monito arriva dal portavoce del comandante in capo delle forze armate irachene, il generale Yahya Rasul Abdullah. «Le città di Al-Qaim e le zone di confine irachene sono state prese di mira dai raid aerei statunitensi, in un momento in cui l'Iraq sta cercando di garantire stabilità nella regione», ha aggiunto Abdullah dopo i bombardamenti americani della notte scorsa in Iraq e Siria contro postazioni legate alle milizie e ai gruppi filo-iraniani in risposta alla morte di tre soldati statunitensi nell'attacco compiuto tra sabato e domenica scorsi in Giordania. «Questi attacchi - ha aggiunto - rappresentano una violazione della sovranità irachena» e causeranno «un indebolimento degli sforzi del governo iracheno, e rappresenteranno una minaccia che trascinerà l'Iraq e la regione verso conseguenze indesiderabili e disastrose per la sicurezza e la stabilità».

I raid americani attesi da giorni in risposta all'uccisione di tre soldati Usa in Giordania sono arrivati e continueranno per giorni nell'ambito di una risposta su larga scala e ai più livelli. Joe Biden ha dato l'ordine di attaccare gruppi affiliati e sostenuti dall'Iran in Iraq e in Siria avvertendo che «se l'America viene colpita, reagirà».

La notizia dei raid è arrivata prima dalla Siria, con l'Osservatorio per i diritti umani ha segnalato l'uccisione di sei «sei combattenti filo-iraniani, tra cui almeno tre non siriani, vicino ad Al-Mayadeen, nell'est della Siria, in attacchi probabilmente compiuti dagli Stati Uniti». A stretto giro sono arrivate le prime indiscrezioni sui media Usa che prima hanno confermato l'inizio della rappresaglia americana, poi l'hanno smentita. Alla fine è arrivata la comunicazione ufficiale del Pentagono. «Gli Stati Uniti hanno colpito unità iraniane d'elite e milizie alleate di Teheran in raid effettuati in Siria e Iraq:», ha annunciato il Comando centrale, Centcom, in un post su X, senza fornire il numero dei morti.

Per l'Osservatorio siriano dei diritti umani solo in Siria sono stati uccisi 18 miliziani pro-Iran. «Le forze militari statunitensi hanno colpito più di 85 obiettivi, con numerosi aerei tra cui bombardieri a lungo raggio volati dagli Stati Uniti», ha aggiunto Centcom sottolineando che nei raid sono state utilizzate oltre 125 bombe e missili di precisione. Le strutture colpite includevano centri di comando e controllo, centrali di intelligence, razzi e missili, depositi di veicoli aerei senza pilota e strutture logistiche e della catena di approvvigionamento di munizioni di gruppi di milizie e dei loro sponsor delle Forza Quds del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Iraniana che hanno facilitato gli attacchi contro le forze statunitensi e della coalizione». I raid degli Stati Uni hanno suscitato l'irritazione dell'Iraq che li ha definiti «una violazione della sovranità territoriale». «Non tollerermo altri attacchi», ha tuonato il segretario alla Difesa Austin, mentre Biden ha fatto capire che l'operazione durerà giorni. «La nostra risposta continuerà nei tempi e nei modi che decideremo», ha dichiarato il commander-in-chief poco dopo aver accolto alla Dover Air Force Base, in Delaware, le salme dei tre militari Usa rimasti uccisi in Giordania. Il presidente e la first lady Jill assieme con il capo del Pentagono Lloyd Austin e il capo degli Stati Maggiori Riuniti, C.Q. Brown, hanno incontrato le famiglie del sergente William Jerome Rivers, del sergente Kennedy Ladon Sanders e del sergente Breonna Alexsondria Moffett uccisi domenica in Giordania in un raid del gruppo "Resistenza islamica in Iraq". Gli Stati Uniti «non vogliono il conflitto in Medio Oriente o in qualsiasi altra parte del mondo. Ma - ha avvertito Biden - tutti coloro che vogliono farci del male sappiano questo: se fate del male a un americano, reagiremo».

Ultimo aggiornamento: 4 Febbraio, 12:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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