La guerra del grano divide l'Europa: l'invasione del frumento dall'Ucraina mette in ginocchio le economie nazionali

Da un lato il conflitto ha fatto impennare i prezzi di pane e pasta a livello mondiale, ma la massiccia esportazione di Kiev ha messo in crisi l'economia degli altri produttori europei

Venerdì 22 Marzo 2024
La guerra del grano divide l'Europa: l'invasione del frumento dall'Ucraina mette in ginocchio le economie nazionali

L’invasione russa dell’Ucraina sta avendo conseguenze economiche disastrose per tutta l'Unione europea e non solo. Uno degli effetti immediati è l’aumento sui mercati mondiali del prezzo del grano e di conseguenza di prodotti come il pane e la pasta. Le due nazioni coinvolte nella guerra sono infatti grandi produttori della materia prima. L'Ucraina si colloca al terzo posto come esportatore di grano a livello mondiale, la Russia al primo, garantendo insieme quindi circa un terzo del commercio mondiale.

Ecco perché i prezzi di questi due cereali hanno raggiunto negli ultimi giorni il massimo storico. Ed è questa una situazione particolarmente critica per l’Italia che importa il 64% del proprio fabbisogno di grano per produrre pane e biscotti e il 53% del mais per l’alimentazione del bestiame.

Ma l'invasione sul mercato europeo del grano ucraino sta diventando un problema sempre più complicato da risolvere per l'Unione europea. La Commissione ha definito "inaccettabili" i divieti imposti da Polonia e Ungheria alle importazioni del cereale, emessi per frenare un afflusso massiccio che sta distorcendo il mercato nazionale polacco e ungherese, abbassando i prezzi a discapito dei produttori locali. Polonia, Ungheria e Slovacchia continuano a vietare le importazioni perché l'enorme afflusso abbassa il prezzo del cereale, mettendo in ginocchio le produzioni agricole nazionali. 

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Alla base del problema c'è la sovrabbondante produzione agricola dell'Ucraina, fra i leader globali nell'esportazione non solo di grano, ma anche di mais, olio di girasole, orzo e altri prodotti alimentari.

L'invasione russa ha messo in pericolo raccolti e commercio, tanto da spingere le Nazioni Unite a negoziare un accordo tra Kiev e Mosca per permettere per l'esportazione del grano anche durante la guerra, il cosiddetto Black Sea Grain, e spinto l'Ue a eliminare temporaneamente i dazi su alcuni prodotti ucraini, oltre a prevedere un piano specifico per aggirare il blocco dei porti ucraini da parte della flotta russa, chiamato Solidarity Lanes. Le iniziative dell'Unione mirano a sostenere l'economia dell'Ucraina fortemente condizionata dalla guerra, ma anche ad abbassare i prezzi a livello mondiale, visto che nei primi mesi del conflitto l'aumento del costo dei cereali faceva temere carestia e tumulti dall'Africa al Medio Oriente.

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Secondo i dati della Banca mondiale, la tendenza sembra positiva: il mais, ad esempio, è sceso a 394,8 dollari a tonnellata a febbraio, rispetto al picco di di 522,29 dollari di maggio 2022. Ma la sospensione dei dazi europei, prevista fino a giugno, ha anche effetti collaterali. Soprattutto nei Paesi confinanti o vicini all'Ucraina: Polonia, Ungheria, Slovacchia, Romania e Bulgaria, dove il grano a buon mercato condiziona pesantemente l'economia, con ingenti derrate accumulate all'interno dei confini nazionali e prezzi in notevole ribasso.

«Se le distorsioni del mercato che causano danni agli agricoltori nei nostri Paesi non possono essere eliminate con altri mezzi, chiediamo alla Commissione di mettere in atto procedure adeguate per reintrodurre tariffe e quote sulle importazioni dall'Ucraina», hanno scritto i governi dei cinque Stati membri alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

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