IL BALLOTTAGGIO

Elezioni Argentina, Javier Milei è il nuovo presidente: «Oggi inizia la ricostruzione». Massa ammette la sconfitta

Un'elezione cruciale per il Paese arenato in una delle crisi economiche più gravi della sua storia

Domenica 19 Novembre 2023

Milei ha staccato Massa di quasi 12 punti

Con il 99,26% delle urne scrutinate, il presidente eletto dell'Argentina, l'ultraliberista Javier Milei, ha ottenuto il 55,69% dei voti, quasi 12 punti in più del rivale, il peronista Sergio Massa, che ha totalizzato il 44,31%.

Milei ha trionfato soprattutto nell'entroterra del Paese, in particolare nelle province di Mendoza, dove ha avuto il 71% dei voti, e Córdoba, dove ha preso il 74,14%, ottenendo una vittoria superiore alle previsioni dei sondaggi.

Trump: «Sono molto fiero di te»

Donald Trump si è congratulato con il neo eletto presidente argentino, Javier Milei, che molti osservatori hanno accostato politicamente proprio all'ex presidente americano. «Congratulazioni a Javier Milei per la grande corsa alla presidenza dell'Argentina. Tutto il mondo stava guardando! Sono molto fiero di te. Trasformerai il tuo Paese e davvero renderai di nuovo grande l'Argentina», ha scritto Trump sul social Truth, adattando al Paese sudamericano lo slogan della sua campagna elettorale del 2016 (Make America Great Again).

Milei: «Oggi inizia la ricostruzione dell'Argentina»

«Oggi inizia la ricostruzione dell'Argentina». Lo ha dichiarato il neo eletto presidente del Paese sudamericano, Javier Milei, dopo aver avuto la meglio su Sergio Massa al ballottaggio. Nel discorso pronunciato al quartier generale della sua campagna elettorale a Buenos Aires, mentre i suoi sostenitori si riversavano nelle strade della capitale sventolando le bandiere argentine, Milei ha affermato che «non c'è spazio per mezze misure», sottolineando che «abbiamo problemi enormi davanti a noi: inflazione, disoccupazione e povertà». «Il modello di decadenza è arrivato al termine, non si può tornare indietro», ha proseguito il neo eletto presidente che ha ottenuto il 56% dei voti, il margine di vittoria più ampio in una corsa presidenziale da quando il Paese sudamericano è tornato alla democrazia nel 1983.

Lula si congratula con Milei

Il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, ha messo da parte le profonde differenze ideologiche che lo separano dall'ultraliberale Javier Milei e ha teso la mano al nuovo presidente eletto dell'Argentina. «Le democrazia è la voce del popolo e dev'essere sempre rispettata», ha scritto Lula in un messaggio sui social. «Auguro buona fortuna al nuovo governo. L'Argentina è un grande Paese e merita tutto il nostro rispetto. Il Brasile sarà sempre a disposizione per lavorare insieme con i nostri fratelli argentini», conclude il post. Lula ha preso atto in questo modo anche della dura sconfitta del suo candidato preferito, il peronista moderato Sergio Massa, a cui aveva messo a disposizione il suo staff di esperti in campagna elettorale nella speranza che il principale socio del commerciale del Brasile mantenesse un governo allineato ideologicamente

Argentina, Milei vince con il 55.95% dei voti

 L'ultraliberista di destra Javier Milei vince le presidenziali in Argentina col 56%, con l'86% dei voti scrutinati

Massa: ho chiamato Milei, sarà presidente per i prossimi 4 anni

«L'Argentina ha un sistema democratico forte, trasparente, che rispetta i risultati», che non sono «quelli che ci aspettavamo». «Ho chiamato Milei per congratularmi con lui, sarà il presidente argentino per i prossimi 4 anni». Lo ha detto il candidato di Union por la Patria, Sergio Massa, in un intervento trasmesso sulla tv argentina, annunciando di riconoscere la vittoria del candidato di Libertad Avanza, Javier Milei. Secondo i dati ufficiali, quando lo scrutinio è al 30% dei voti, Milei è in vantaggio con il 53%, mentre Massa al 47%.

Massa ammette la sconfitta: è stata una campagna difficile

«È stata una campagna lunga, e a tratti difficile. La giornata di oggi ratifica una cosa che l'Argetina ha un sistema forte, solido, che rispetta sempre i risultati. Ovviamente i risultati non sono quelli che aspettavamo. Mi sono felicitato con Milei che è il presidente che gli argentini hanno scelto per i prossimi quattro anni». Così il primo passaggio del discorso del candidato progressista Sergio Massa, con cui ammette la sconfitta al ballottaggio presidenziale in Argentina, prima della diffusione dei dati ufficiali.

Argentina, Milei al 53% con il 30% dei voti scrutinati

Col 30% delle schede scrutinate per il ballottaggio presidenziale in Argentina, l'ultraliberista di destra Javier Milei è al 53% contro il 47% del peronista progressista Sergio Massa. Sono dati ufficiali, secondo quando spiega la tv argentina Tn. Tuttavia i dati non sono stati ancora diffusi ufficialmente al grande pubblico

La madre di Milei: Javier è molto contento

«Javier è molto contento». Così si è espressa Alicia Lujan Lucich, madre del candidato ultraliberista alle elezioni presidenziali dell'Argentina, Javier Milei, a meno di un'ora dalla chiusura ufficiale delle urne per il ballottaggio, entrando nel quartier generale de La Libertad Avanza (Lla), accompagnata anche dal padre del candidato, Norberto Milei, mentre prosegue lo spoglio delle schede. La presenza dei genitori di Milei ha sorpreso in quanto lo stesso candidato ha affermato più volte di avere con loro «un pessimo rapporto». Nel frattempo il portavoce di Lla, Guillermo Francos, ha parlato con la stampa affermando che le elezioni si sono svolte «in modo assolutamente trasparente». «Non abbiamo ancora numeri ufficiali ma siamo ottimisti», ha detto Francos, sottolineando che si attendono i risultati «con molta fiducia».

Milei prepara il suo discorso: abbiamo il 4% di vantaggio

Il candidato ultraliberista di destra, leader della Libertad Avanza, Javier Milei, secondo indiscrezioni ha detto al suo staff più stretto di avere «almeno quattro punti di vantaggio» sull'avversario peronista progressista Sergio Massa. Milei che si trova al ventunesimo piano del suo quartier generale, l'hotel Libertador a Buenos Aires, sta lavorando al suo discorso, mentre fuori dall'albergo continuano ad arrivare i suoi supporter.

Massa entra al quartier generale, serio e non parla

Il candidato peronista progressista Sergio Massa è arrivato al suo quartier generale nel quartiere di Chacarita, a Buenos Aires, a bordo di un'auto. Al richiamo dei giornalisti si è soffermato e abbassando il finestrino ha mostrato un volto serio ed ha proseguito senza dire una parola.

Indiscrezioni Bullrich: Milei vince col 53% su Massa

Patricia Bullrich, la candidata di Insieme per il cambiamento (centrodestra), rimasta fuori dal ballottaggio presidenziale in Argentina, e che ha dato il suo sostegno all'ultraliberista di destra Javier Milei, ha detto al suo staff che secondo dati in suo possesso l'anarcocapitalista ha vinto le elezioni col 53% delle preferenze contro il 47% del peronista progressista Sergio Massa

In Italia trionfa Milei

In Italia sono 542 gli elettori che hanno votato per il ballottaggio delle presidenziali argentine. I risultati, diffusi non ancora da fonti ufficiali e annunciati dai media argentini, parlano del 58,66% dei voti a favore del candidato ultraliberista di destra Javier Milei contro il 39,66% di preferenze per il ministro dell'Economia, il peronista Sergio Massa.

Prudenza nel quartier generale di Massa

ochi minuti dopo la chiusura dei seggi, e in un clima di grande prudenza, Juliana di Tullio e Matias Lammers, due portavoce di Union por la Patria, il partito del candidato Sergio Massa, hanno preso la parola per ringraziare gli elettori e rallegrarsi per «una giornata elettorale che si è svolta in tranquillità». Nella sala stampa per i giornalisti accreditati del ministro dell'Economia, Lammers ha in particolare aggiunto che «speriamo di poter ricevere i risultati il più presto possibile, ma ripeto, l'importante è che abbiamo potuto votare come lo abbiamo fatto, e che tutto si è svolto in un clima di tranquillità, in sintonia con quello che rappresentano i nostri 40 anni di democrazia». Da parte sua Massa, il cui arrivo era stato annunciato da lui stesso per le 17.30 (le 21.30 italiane), un'ora dopo dell'ora prevista non si era ancora presentato. All'esterno del quartier generale, da due ore hanno preso posizione centinaia di militanti di gruppi come Barrios de Pié, il Movimento Evita, la Campora e i sindacati Smata e Uocra, con trombe, tamburi e bandiere

Urne chiuse per il ballottaggio delle presidenziali

Come previsto, alle 18.00 (le 22.00 italiane) si è chiusa la votazione del ballottaggio per la scelta del nuovo presidente dell'Argentina. Solo gli elettori già all'interno dei seggi hanno ancora diritto ad esprimere la propria preferenza. L'affluenza alle 18.00 secondo i dati della Camera elettorale è del 76%. La diffusione dei primi dati ufficiali dovrebbe iniziare intorno alle 22.00 (le 2 in Italia). In corsa per la Casa Rosada sono il candidato peronista della coalizione di centro-sinistra, Sergio Massa (Union por la patria), e l'ultraliberista di destra Javier Milei (La libertad avanza). Dalle elezioni generali del 22 ottobre Massa era emerso in testa con il 36,69%, mentre Milei aveva ottenuto il 29,99% delle preferenze. AtlasIntel - l'unico istituto di sondaggi ad aver indovinato il risultato al primo turno - ha previsto una vittoria di Milei su Massa con un vantaggio compreso tra 4 e 6 punti percentuali. La disputa è una delle più contese e incerte nella storia del Paese.

Milei chiede di convalidare le schede delle primarie

Mentre sono ancora aperte le urne per il ballottaggio delle elezioni presidenziali argentine, La Libertà Avanza (Lla), il partito del candidato ultraliberista, Javier Milei, ha chiesto alle autorità elettorali di convalidare anche le schede elettorali relative alle primarie di agosto. In un comunicato segnala che in alcuni seggi è stata riscontrata la presenza di schede risalenti alle primarie di Lla del 13 agosto che, secondo quanto stabilito dalla Giustizia Nazionale Elettorale (Gne), non sono accettate come valide, a differenza di quelle datate 22 ottobre, relative al primo turno, e a quelle impresse per la tornata di oggi con data 19 novembre. «È stato sollecitato alla Gne che vengano contati come voti validi a favore di Milei anche quelli espressi attraverso le vecchie schede elettorali delle primarie», si legge nel comunicato. «In questo momento attendiamo un parere ufficiale delle autorità per dare tranquillità e chiarezza agli scrutatori e agli osservatori in vista del conteggio e ci attendiamo un dettato favorevole entro la giornata di oggi», prosegue la nota. Per legge, in Argentina le schede devono essere stampate in un numero prestabilito e distribuite dagli stessi candidati che concorrono alle elezioni, mentre le spese sostenute vengono successivamente risarcite con fondi stanziati dallo Stato.

Affluenza al 62% alle ore 16 (ora locale)

L'affluenza al ballottaggio presidenziale in Argentina alle 16 (ora locale), due ore dalla chiusura dei seggi è del 62%. Il dato è stato diffuso dalla Camera elettorale nazionale

Bullrich: che peccato non essere al ballottaggio

La ex candidata presidenziale di Juntos por el Cambio (JxC) di centro-destra in Argentina, Patricia Bullrich ha ammesso oggi, dopo aver votato nel ballottaggio fra il ministro dell'Economia, Sergio Massa, e l'ultraliberale leader de La Libertad Avanza, Javier Milei, che le «sarebbe piaciuto essere una protagonista di questa contesa». Riguardo al suo appoggio a Milei che ha creato problemi nel suo partito, Bullrich ha indicato ai media che «nel pomeriggio parlerò con lui, ma non ho ancora deciso se mi trasferirò più tardi nel suo bunker» che si trova nell'Hotel Libertador della Avenida Cordoba di Buenos Aires. «Abbiamo già sottolineato - ha infine detto - l'importanza della continuazione della democrazia», auspicando che «l' Argentina possa avere il cambiamento che come argentini meritiamo».

Affluenza al 45% alle 14, in linea col primo turno

L'affluenza al ballottaggio presidenziale in Argentina alle 14 è stata del 45%. Nelle ultime elezioni generali del 22 ottobre, alla stessa ora, era stata del 44,4%. I dati sono stati diffusi dalla Camera elettorale nazionale

L'Argentina aspetta col fiato sospeso il risultato del ballottaggio che determinerà il suo futuro nei prossimi quattro anni. Elezioni cruciali per il Paese arenato in una delle crisi economiche più gravi della sua storia, e che proprio nel giorno dell'insediamento del nuovo governo - il 10 dicembre - festeggia i quarant'anni dalla fine della dittatura. Uno snodo storico, tra la rabbia di chi non riesce ad arrivare a fine mese e la paura di chi teme una nuova ondata autoritaria

Ultimo aggiornamento: 5 Dicembre, 12:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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