Fisco, niente pignoramento. Meloni blocca il prelievo dai conti correnti: «Non se ne parla, questa norma non passa»

Nuove indiscrezioni sulla manovra, obiettivo tutela del debitore

Giovedì 26 Ottobre 2023
Fisco, niente pignoramento se credito è sotto 1.000 euro: ipotesi modifica su accesso diretto ai conti correnti

Fisco.

Giorgia Meloni blocca la norma sul prelievo dai conti correnti. «Non se ne parla, questa norma non passa»: le parole della premier - viene raccontato - subito dopo aver letto la misura. Uno stop che arriva in serata, dopo il pressing della Lega ma anche di Forza Italia per modificare la misura. 

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«Non ci sarà nessuna incursione nei conti correnti», aveva assicurato Matteo Salvini mentre da Palazzo Chigi si spiegava che si trattava comunque solo di un'ottimizzazione di strumenti digitali già esistenti senza «alcun accesso diretto ai conti correnti da parte dell'Agenzia delle entrate per recuperare le imposte non pagate».

 

Pignoramento conto correnti

Il pignoramento dei conti correnti già esiste nell'attuale normativa fiscale, ma la manovra di bilancio avrebbe reso la procedura più precisa e veloce, dando la possibilità all'Agenzia delle entrate-Riscossione di verificare direttamente le disponibilità dei depositi in banca. Il tutto per migliorare il raggiungimento degli obiettivi di lotta all'evasione già espressi nella delega fiscale.

Oggi il pignoramento arriva dopo un serie di passaggi in cui l'agente della riscossione, verificato il mancato pagamento di una tassa, chiede al contribuente di sanare la propria posizione: l'invio della cartella, dei successivi solleciti e quindi dell'avviso di intimidazione, se il cittadino non risponde con il pagamento a nessuna delle richieste. L'avviso di intimidazione, che precede il pignoramento, è inviato a distanza di un anno dalla cartella. Da quel momento il contribuente che ha il debito con il fisco ha 5 giorni di tempo per effettuare il versamento, con la possibilità di chiedere la rateizzazione delle somme dovute. Se il contribuente evade anche in questi casi, l'agente della Riscossione oggi può già vedere se e dove il cittadino ha dei conti correnti e si rivolge alla banca o alle banche, in caso di più conti aperti. Gli istituti hanno 60 giorni di tempo per rispondere. Il pignoramento esclude l'ultimo stipendio che resta come limite per assicurare le necessità del debitore. Quello che la Riscossione non può vedere, ma potrà in futuro, è quanto è depositato nei c/c, verificando quindi se esistono le somme per mettersi in regola con il fisco.

Le novità in vista

Una volta entrata in vigore la manovra, dal primo gennaio 2024 se la versione in bozza verrà confermata, l'agente (avvisando ovviamente la banca ed entro 30 giorni anche il debitore) potrà andare a colpo sicuro e «senza indugio», come recita la norma, a prelevare l'intera somma dovuta là dove ce ne è disponibilità. Il meccanismo verrà reso così più centrato e immediato.

Le soluzioni tecniche saranno definite con un decreto del ministero dell'Economia sentite l'Abi, Poste e l'Associazione dei prestatori servizi di pagamento, ma anche il Garante per la protezione dei dati personali, in modo che l'Agenzia delle entrate-Riscossione possa adottare «idonee misure di garanzia a tutela dei diritti e delle libertà degli interessati, attraverso la previsione di apposite misure di sicurezza».

 

Salvini: «Nessuna incursione su conti correnti»

«Abbiamo fatto una scelta per lavoratori e pensionati». Lo ha detto il vicepresidente del consiglio dei ministri, Matteo Salvini, parlando della legge di bilancio nel corso di un incontro a Napoli sull'autonomia differenziata. «Abbiamo deciso di aiutare i redditi bassi con un incremento di circa mille euro all'anno», ha proseguito, ricordando che per le pensioni basse ci sarà la rivalutazione. «Non c'è tutto per tutti e per questo abbiamo fatto delle scelte», ha detto ancora, assicurando «che non ci saranno incursioni sui conti corrente, diversamente da quello che si legge».

Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 00:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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