Bonus casa, bonifici più cari da marzo: ritenuta d'acconto sale all'11%. Tutte le novità per chi vuole fare i lavori

Dallo scorso 1° marzo si è passati dalla vecchia aliquota dell'8%, che grava sulle ritenute legate ai bonifici, a quella nuova dell'11%. Si profila così una salita dei prezzi degli interventi di efficientamento energetico

Sabato 2 Marzo 2024 di Giacomo Andreoli
Alcuni operai al lavoro sfruttando le agevolazioni del bonus facciate

I lavori in casa coperti dagli appositi bonus statali saranno più cari. Dal 1° marzo, come previsto dalla Manovra 2024, si passa dalla vecchia aliquota dell'8%, che grava sulle ritenute legate ai bonifici, a quella nuova dell'11%. Sarà un anticipo delle imposte, che rischia di portare con sé qualche problema a imprese e cittadini.

Per i cittadini si profila così una salita dei prezzi degli interventi. 

Le imprese potrebbero così accumulare più crediti d’imposta, che sono maggiormente difficili da drenare in un secondo momento. Per chi versa gli anticipi non è sicuro avere più avanti la liquidità che serve per utilizzare il credito in compensazione. Insomma, si corre il rischio che il credito può restare fermo per chi in un anno non ha un gran numero di versamenti.

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L'effetto cassa per l'Agenzia delle Entrate

Per l’Agenzia delle Entrate l'aumento si traduce in un effetto cassa stimato in 622 milioni. La ritenuta sui bonifici esiste dal 2010: allora quando era del 10%. Negli anni è scesa e risalita, arrivando anche al 4%. Mai però si era raggiunto l’11%. L'espansione dei bonus casa ha spinto in alto il livello di tutte le ritenute accumulate. I livelli sono schizzati in particolare quando è stato lanciato il Superbonus 110%. Lo scorso anno, ma anche nel 2022, con le ritenute si erano superati i 3 miliardi. Nel 2010, invece, le ritenute erano arrivate a poco meno di 560 milioni.

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Il Superbonus per i redditi bassi

Si attende poi il decreto del ministero dell'Economia per il Superbonus ai redditi minori. Chi ha un reddito basso, sempre con un Isee massimo di 15 mila euro, potrà accedere ad un fondo dello Stato che garantirà un aiuto a partire dal prossimo anno per compensare la differenza tra il nuovo bonus del 70% e il 110%. In altre parole le famiglie più in difficoltà potranno continuare ad usufruire dell’agevolazione piena, ma soltanto se avranno completato almeno il 60 per cento dei lavori. Il contributo potrà essere usato solo per le spese sostenute tra il primo gennaio prossimo e il 30 ottobre del 2024. Questo aiuto è già previsto da una norma dello scorso anno e si appoggia su un fondo di una ventina di milioni di euro, di cui 16 non utilizzati, ma che ora potrebbe essere rafforzato.

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Cosa cambia per il bonus prima casa under 36

Nel frattempo, come detto, sono arrivati i chiarimenti dell'Agenzia delle Entrate sul bonus casa under 36. Questo è stato tagliato per l'anno in corso, mantenendo solo la garanzia statale sul mutuo. Ma alcuni potranno beneficiare ancora anche del taglio delle tasse legate alla casa. Gli under 36 hanno la possibilità di sfruttare le agevolazioni, ma è importante aver agito prima della fine del 2023 per beneficiare della defiscalizzazione. L’Agenzia delle Entrate ha specificato che è fondamentale, alla data del rogito notarile, aver già richiesto l’attestazione per la misura. Altrimenti i benefici non potranno essere recuperati.

Per usufruire dei bonus serve aver chiesto l'Isee prima della data del rogito notarile visto che il requisito “deve riscontrarsi alla data di stipula del contratto”. Inoltre il Fisco ha specificato che non può ritenere possibile per un contribuente avere un Isee con validità retroattiva rilasciato con una Dsu presentata in una data successiva a quella dell'atto. L’Indicatore dovrà essere stato richiesto prima della stipula del contratto. I bonus si applicano agli atti stipulati nel periodo dal 26 maggio 2021 al 31 dicembre 2023.

I benefici includono l'esenzione da imposte di registro, ipotecaria e catastale per le compravendite non soggette a Iva. Per gli acquisti soggetti a Iva, oltre all'esenzione fiscale, viene dato un credito d'imposta pari all'imposta sul valore aggiunto versata al venditore. Le agevolazioni sono rivolte ai giovani sotto i 36 anni con un Isee non superiore a 40mila euro annui. Tra i requisiti c'è quello di avere o stabilire la residenza, entro 18 mesi dall’acquisto, nel Comune in cui si trova l’immobile e dichiarare di non essere titolare dei diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione di altra casa di abitazione nel territorio del Comune dell’immobile in questione.

Serve poi dichiarare di non essere titolare su tutto il territorio nazionale dei diritti di proprietà, usufrutto, uso, abitazione e nuda proprietà su altro immobile acquistato con le medesime agevolazioni. Per tutti gli altri sono tornate le agevolazioni classiche previste sulla prima casa:

  • un’imposta di registro dal 9% al 2%;
  • un'imposta ipotecaria e catastale di 50 euro ciascuna;
  • un'aliquota per vendite assoggettate a Iva dal 10% al 4% (con imposte ipotecarie e catastali di 200 euro ciascuna).

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Ultimo aggiornamento: 4 Marzo, 08:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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