Fiat, obiettivi troppo ambiziosi,
la borsa (-11,7%) boccia il piano

Giovedì 8 Maggio 2014
Sergio Marchionne durante la conferenza ad Auburn Hills
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DETROIT - un piano coraggioso e di rottura, un piano che parla di impegno e di ambizione per Fiat Chrysler Automobiles nel mondo, dicono Sergio Marchionne e John Elkann ai 300.000 dipendenti del gruppo.





Il mercato però lo boccia: pesano i dubbi sulla reale possibilità di centrare gli obiettivi indicati per il 2018, la mancanza di indicazioni dettagliate e i conti del primo trimestre 2014, chiuso con una perdita netta di 319 milioni di euro. Così il titolo del Lingotto, che nelle ultime settimane aveva corso molto, viene più volte sospeso per eccessi di ribasso e perde a fine giornata l'11,69% a 7,48 euro. Forti gli scambi con quasi 86 milioni di azioni passate di mano pari al 6,8% del capitale, vanno in fumo 1,24 miliardi di euro. In serata interviene la Consob che decide di vietare temporaneamente le vendite allo scoperto sul titolo Fiat. Anche Exor, la holding del gruppo Agnelli, cede l'1,96%.



«Ci sono i programmi e i fatti» e bisogna verificarne nel «tempo la coerenza», commenta il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti che sottolinea «la scelta di dare centralità agli stabilimenti italiani e la valorizzazione di Alfa Romeo». Scettico il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini: «alla luce di quanto avuto nel passato, la credibilità del piano va realmente confrontata e verificata. Non si sa dove vengano reperite le risorse per finanziare il piano», osserva. Anche l'ex sindacalista e oggi deputato di Sel Giorgio Airaudo esprime lo stesso dubbio: «tutti gli otto piani presentati da Marchionne in Italia non si sono mai conclusi. Sono stati sempre rinviati nei tempi e negli effetti e ridotti negli investimenti».



Positivi invece i commenti degli altri sindacati. «Le premesse per il futuro del gruppo automobilistico Fca sono positive», osserva il segretario generale della Uil Luigi Angeletti, mentre per Rocco Palombella, segretario generale della Uilm «è un piano importante per tutto il gruppo Fca, per l'azienda in Italia, per gli stabilimenti del nostro Paese e per quanti ci lavorano. La produzione automobilistica cambia marcia». «L'Italia dovrebbe vantarsi di avere espresso un costruttore globale di auto», sostiene l'Ugl. Danno un giudizio positivo sul piano anche l'Anfia, associazione dei costruttori italiani, per le positive ricadute su tutta la filiera automotive e gli industriali di Torino.
Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 13:12

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