Manovra più leggera per il 2018: trattativa in corso con Bruxelles

Mercoledì 5 Aprile 2017 di Andrea Bassi e Luca Cifoni
Manovra più leggera per il 2018: trattativa in corso con Bruxelles
ROMA La rivelazione l'ha fatta il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan durante l'incontro di ieri con i deputati del Partito democratico rispondendo ad una domanda del presidente della Commissione bilancio Francesco Boccia. È in corso, ha spiegato il ministro, una trattativa con la commissione europea per dimezzare l'aggiustamento del deficit 2018. «Il clima», avrebbe detto il ministro, «è positivo». Secondo quanto riferito da fonti parlamentari, durante l'incontro, Padoan avrebbe spiegato che questo allentamento riguarderebbe tutti i Paesi europei. Se andasse in porto, l'Italia dovrebbe tagliare il disavanzo strutturale del prossimo anno dello 0,3% e non dello 0,6% previsto attualmente dalle norme Ue. Si tratterebbe di un risparmio di oltre cinque miliardi di euro, che permetterebbe di guardare con meno apprensione alla manovra autunnale, con la quale il governo dovrà anche disinnescare i 19,5 miliardi di euro di aumenti Iva automatici previsti sempre per il 2018. Ma prima di pensare agli impegni autunnali, il ministro deve affrontare due importanti appuntamenti previsti per la prossima settimana: il varo del Def, il documento di economia e finanza, e la manovrina correttiva da 3,4 miliardi chiesta dall'Europa. Alla correzione dei conti pubblici, ha spiegato il ministro, contribuirà anche il gettito della rottamazione delle cartelle Equitalia. In che modo non è ancora chiaro. L'ex vice ministro dell'Economia, Enrico Zanetti, ha ricordato come sui soldi della sanatoria ci sia un impegno politico a destinarli all'eliminazione dell'aggio di Equitalia una volta che la società della riscossione si sarà fusa con l'Agenzia delle entrate. Un'ipotesi potrebbe essere quella di un mini intervento per aumentare il numero delle rate e i tempi in modo da incrementare ancora il gettito. Le parole del ministro, tuttavia, hanno anche alimentato un piccolo giallo. Era sembrato che il governo avesse intenzione di rafforzare i poteri di pignoramento di Equitalia.

IL CHIARIMENTO
Il Tesoro ha però chiarito che nessuna novità su questo fronte sarà contenuta nella manovrina. In realtà la norma per rendere più efficienti i pignoramenti era già inclusa nel decreto legge che ha avviato la cancellazione della società di riscossione. Anzi si tratta proprio di una conseguenza dell'incorporazione della società di riscossione, come ente economico all'interno dell'Agenzia delle Entrate. La nuova struttura infatti avrà la possibilità di accedere alle stesse banche dati di cui dispone l'Agenzia, compreso l'archivio dei rapporti finanziari in cui sono registrati i conti correnti dei contribuenti e i relativi movimenti e saldi. Come spiegato nella relazione tecnica del provvedimento, ciò dovrebbe evitare attività di recupero ripetute verso lo stesso debitore, ad esempio su tutti i conti correnti di cui dispone. Di conseguenza i pignoramenti sarebbero di più e più mirati, con un evidente vantaggio per i riscossori ma in qualche modo anche per i debitori che vedrebbero ridotti accessi e blocchi inutili. Accanto ai pignoramenti in banca dovrebbero guadagnare efficienza anche quelli del quinto dello stipendio.

I calcoli fatti a suo tempo indicano un incremento strutturale della riscossione pari a circa 500 milioni l'anno a partire dal 2018. L'ipotesi di lavoro è che i pignoramenti passino da 239 mila a 300 mila di cui 120 mila su conti correnti. Su questi ultimi la percentuale con esito positivo o parzialmente positivo salirebbe dal 18 all'85%, il che da solo, su un importo medio di 5.700 euro genererebbe un importo aggiuntivo di 483 milioni. Padoan ha anche confermato che nel Def ci sarà un riferimento al taglio del costo del lavoro ma, ha aggiunto, «con coperture credibili». Il documento conterrà, nonostante le polemiche, anche un riferimento alla riforma del catasto e alle privatizzazioni, oltre alla riforma della giustizia civile e all'approvazione del disegno di legge sulla concorrenza.