Sanremo 2024, le pagelle delle canzoni: Bertè regina rock (9), tormentone The Kolors (8), Rose Villain sconclusionata (4)

I voti ai brani in gara dopo il primo ascolto riservato alla stampa

Lunedì 15 Gennaio 2024 di Mattia Marzi
Sanremo 2024, le pagelle delle canzoni: Bertè regina rock (9), tormentone The Kolors (8), Rose Villain sconclusionata (4)

Dietro la consolle fa partire la maxi-playlist lunga due ore, con brevissimi intervalli tra un brano e quello successivo, giusto il tempo di leggere il titolo della canzone che sta per partire e i relativi interpreti e autori. Con lo sguardo, Amadeus cerca di cogliere le reazioni dei giornalisti seduti davanti a lui: è la prima volta che fa ascoltare le 30 canzoni che ha scelto di portare in gara al Festival di Sanremo 2024 a qualcuno che non faccia parte della ristrettissima cerchia dei suoi collaboratori.

È un banco di prova non solo per gli artisti, che si prestano al tradizionale gioco - o rito - delle pagelle.

Ma anche per lo stesso conduttore e direttore artistico, che al suo quinto Festival ormai si muove abilmente (e ora anche autonomamente, dopo la rottura con lo storico manager Lucio Presta). «Quest’anno ho superato i 400 brani ascoltati», dice ai giornalisti radunati questa mattina tra gli studi Rai di via Mecenate a Milano e il Teatro delle Vittorie a Roma. Alla fine ha scelto questi 30: ecco come suonano e di cosa parlano le canzoni che il pubblico ascolterà per la prima volta il 6 febbraio, tra poco meno di un mese, quando si alzerà ufficialmente il sipario sul Festival di Sanremo 2024 e i brani cominceranno ufficialmente la loro avventura.

@ilmessaggero.it Dietro la consolle fa partire la maxi-playlist lunga due ore, con brevissimi intervalli tra un brano e quello successivo, giusto il tempo di leggere il titolo della canzone che sta per partire e i relativi interpreti e autori. Con lo sguardo, Amadeus cerca di cogliere le reazioni dei giornalisti seduti davanti a lui: è la prima volta che fa ascoltare le 30 canzoni che ha scelto di portare in gara al Festival di Sanremo 2024 a qualcuno che non faccia parte della ristrettissima cerchia dei suoi collaboratori. È un banco di prova non solo per gli artisti, che si prestano al tradizionale gioco - o rito - delle pagelle. Ma anche per lo stesso conduttore e direttore artistico, che al suo quinto Festival ormai si muove abilmente. Ecco i nostri voti. 📝 Mattia Marzi / #ilmessaggero #sanremo2024 #sanremo #brani #big #concorrenti #gara #amadeus #pagelle ♬ Neon Bass - Tangelene Bolton

Clara

Clara - “Diamanti grezzi” (voto: 5)

L’apertura è orchestrale, ma poi diventa un pezzo dance, con la cassa in quattro e una metrica che ricorda lo stile di Mahmood: «Cosa siamo noi? Solo diamanti grezzi». La star di Mare fuori non cerca soluzioni facili: funzionerà meglio sul palco.

Diodato

Diodato - “Ti muovi” (voto: 7)

Parte come una ballata à la Radiohead, prima di virare verso la canzone italiana Anni ’70. Il cantautore pugliese non si snatura. Una canzone elegante e raffinata che si muove sul solco di Fai rumore: «Tu ancora ti muovi / qui dentro ti muovi / cerchi l’ultima parte di me / che crede ancora sia possibile».

Mahmood

Mahmood - “Tuta gold” (voto: 8)

Una Soldi 2.0, con tanto di clap clap sul ritornello: «5 cellulari nella tuta gold / baby non richiamerò». Canta di fratelli persi, di periferia e del padre che vuole togliergli il cognome. Già sentita, ma spopolerà.

Sangiovanni

Sangiovanni - “Finiscimi” (voto: 5)

Una lettera di scuse. Non è un mistero: è dedicata alla ex, la ballerina Giulia Stabile, conosciuta ai tempi di Amici. «Non so come si controllano le emozioni / perciò delle volte ho fatto il cogl.»: al primo ascolto non lascia il segno, ma crescerà.

Loredana Bertè

Loredana Bertè - “Pazza” (voto: 9)

A 73 anni fa pace con il passato: «Mi sono odiata abbastanza / prima ti dicono pazza / poi ti fanno santa». E rivendica: «Se in giro è tutto un manicomio / io sono la più pazza che c’è». La regina del rock italiano è sul trono.

Bnkr44

Bnkr44 - “Governo punk” (voto: 6)

Niente polemiche: Governo punk fa assonanza con «dammi una città». La provincia, il garage, il punk: sul palco il sestetto toscano farà casino.

Alessandra Amoroso

Alessandra Amoroso - “Fino a qui” (voto: 7)

È la “vecchia” Sandrina, come la chiamano i fan, quella di Immobile e Stupida. La produzione di Takagi & Ketra inganna: niente reggaeton, è una ballata tradizionale e canonica. Cita Vasco: «A sentirmi come Sally / senza avere più voglia di fare la guerra».

Fred De Palma

Fred De Palma - “Il cielo non ci vuole” (voto: 5)

È la quota Cenere di questa edizione: ritmo trascinante, autotune e ritornello che riempirà le discoteche. Il principe del reggaeton italiano scopre la disco, ma il testo non è ispiratissimo. Parla di overdose di riampianti: «Ma tu promettimi che staremo bene anche all’inferno».

Fiorella Mannoia

Fiorella Mannoia - “Mariposa” (voto: 7)

L’interprete romana si mette in gioco con un pezzo che guarda al sudamerica. Parla di femminismo: «Sono una Madonna e il pianto / sono stupore e meraviglia / sono negazione e orgasmo». Nel testo cita anche la sua fondazione Una nessuna centomila. Punta al Premio della Critica.

The Kolors

The Kolors - “Un ragazzo una ragazza” (voto: 8)

Un po’ Salirò di Daniele Silvestri, un po’ Musica leggerissima di Colapesce e Dimartino e un po’ la loro Italodisco: tra violini Anni ’70, fiati e bassi funk, è letale. «Un ragazzo incontra una ragazza / la notte poi non passa / la notte se ne va». È già tormentone.

Emma

Emma - “Apnea” (voto: 8)

Più a fuoco di due anni fa. Si butta in pista, in versione Anni ’80, strizzando un po’ l’occhio nel ritornello a Non succederà più di Claudia Mori. Il ritornello acchiappa: «È colpa mia se adesso siamo in bilico / ma è colpa tu, hai gli occhi che mi uccidono». Sarebbe perfetta per l’Eurovision.

Santi Francesi

Santi Francesi - “L’amore in bocca” (voto: 4)

Il testo gioca sui doppi sensi: «Mi hai lasciato con l’amore in bocca». Al primo ascolto non decolla e non sfonda.

Rose Villain

Rose Villain - “Click boom!” (Voto: 4)

Fino al primo ritornello è una ballata. Poi cerca l’effetto sorpresa: «Senti il mio cuore fa così boom boom boom». Rischia di suonare un po’ sconclusionata.

Negramaro

Negramaro - “Ricominciamo tutto” (voto: 7)

Una ballatona tutta «discese e risalite». La citazione di Battisti non è casuale: «Eravamo una canzone di Battisti all’alba, anche senza bionde trecce», canta Giuliano, autore unico del testo e della musica. Intensa.

BigMama

BigMama - “La rabbia non ti basta” (voto: 5)

Sorpresa: la rapper della body positivity non parla di bosy positivity. Almeno, non esplicitamente. Su una cassa in quattro, canta: «Guarda me / adesso sono un’altra / la rabbia non ti basta». Un accenno rap non basta a far venire fuori quella rabbia.

Renga e Nek

Renga e Nek - “Pazzo di te” (voto: 5)

La canzone sembra uscire fuori da un Sanremo degli Anni ’90, ultraclassica: fanno il loro, da signori del pop italiano old school.

Ghali

Ghali - “Casa mia” (voto: 5)

Il testo è un dialogo tra lui e un alieno che scopre la Terra. Tra una strofa e l’altra, prova a infilare versi sull’attualità: «Ma come fate a dire che qui è tutto normale / per tracciare un confine con linee immaginarie / bombardate un ospedale». Poi si disimpegna: «Il prato è verde / il cielo è blu». Ha scritto cose più ispirate.

Irama

Irama - “Tu no” (voto: 5)

Una ballata su una relazione tossica: «Non ti lascerò ancora una volta vedermi crollare / e mi innamorerò di lei / ma tu non saprai mai chi è». Non il migliore Irama, ma sul palco lascerà il segno.

Angelina Mango

Angelina Mango - “La noia” (voto: 8)

La penna di Madame si sente, nello stile narrativo: «Una corona di spine sarà il dress-code per la mia festa». Il tocco di Dardust pue, nelle chitarre del ritornello. È una cumbia: quantomeno propone una soluzione diversa.

Geolier

Geolier - “I p’ me, tu p’ te” (voto: 8)

Aveva promesso che avrebbe partecipato al Festival solo con un pezzo in napoletano e non si smentisce. C’è solo un verso in italiano, nel ritornello: «E tutto quello che ho perso, non posso fare nient’altro». La ritmica elettronica lo fa sembrare il fenomeno Liberato.

Maninni

Maninni - “Spettacolare” (voto: 5)

Da perfetto sconosciuto a big: il cantautore pugliese è la scommessa di Amadeus. Gioca sul sicuro: la canzone è sanremese, un pop forse fin troppo pulito che ricorda lo stile di Ermal Meta. «Come l’amore il primo giorno d’estate / come i dischi belli che non scordi più».

La Sad

La Sad - “Autodistruttivo” (voto: 6)

Inno da pub crawl: «L’amore spacca il cuore a metà / ti lascia in coma dentro il solito bar». Il testo gioca con un immaginario pop punk: «Vomito anche l’anima per sentirmi vivo dentro ‘sto casino». Divertono. Ma è tutto qui?

Gazzelle

Gazzelle - “Tutto qui” (voto: 7)

Punta sul romanticismo. E da principino di Prati canta: «Vorrei scappare per un po’ da Roma Nord». Meno incazzoso del solito e più intimista.

Annalisa

Annalisa - “Sinceramente” (voto: 8)

«Ho vito lei che bacia lui, che bacia lei, che bacia me»: ah no, quella è un’altra. Qui la popstar si scatena su altri versi: «Mi piace quando quando quando quando piango». E cita Alice: «Ti lascio un messaggio». Irresistibile.

Alfa

Alfa - “Vai!” (voto: 6)

Folk, con tanto di fischio. Canta la fame di avventure della sua generazione: «Tu non guardare indietro mai e vai». Un inno motivazionale che sembra uscire fuori da un film Disney.

Il Volo

Il Volo - “Capolavoro” (voto: 5)

«All’improvviso cadi dal cielo come un capolavoro / prima di te non c’era niente di buono»: gli piace vincere facile. Scommettiamo che sarà la più gettonata ai matrimoni, quest’anno? Non aggiunge nulla allo stile del trio, ma li porterà in alto.

Dargen D'Amico

Dargen D’Amico - “Onda alta” (voto: 8)

Dopo Dove si balla sembrava essersi definitivamente perso. A sorpresa, tira fuori dal cilindro una hit: «Sta arrivando sta arrivando l’onda alta, non ci resta che pregare finché passa». Se ne parlerà.

Il Tre

Il Tre - “Fragili” (voto: 5)

Anche lui chiede scusa alla ex: «In questo mare nero sei la mia isola / forse mi ucciderai ma volevo solo restarci di più». Il rapper romano, però, qui è un po’ meno ispirato del solito.

Mr. Rain

Mr. Rain - “Due altalene” (voto: 5)

«Io e te fermiamo il mondo insieme». Stavolta niente coro di bambini, ma qualcosa s’inventerà per provare a dare la spinta a una canzone che su disco non decolla.

Ricchi e Poveri

Ricchi e Poveri - “Ma non tutta la vita” (voto: 6)

Si autocitano subito, all’inizio: «Che confusione». Trasformeranno l’Ariston in una pista da ballo: «Dammi retta scendi adesso in pista / gira, gira, girerà la testa». Faranno furore: la citazione di Raffaella non è casuale.

Ultimo aggiornamento: 16 Gennaio, 19:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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