Il prete positivo alla cocaina dopo l'incidente in auto non si trova. «Sparito nel nulla». E il vescovo gli toglie il sussidio

Il caso (a L'Aquila) di don Daniel Arturo Cardenas: emergono bollette insolute e segnalazioni sul suo stile di vita

Giovedì 14 Marzo 2024 di Patrizio Iavarone
Positivo alla cocaina dopo incidente: il parroco non si trova. Il vescovo gli toglie il sussidio

I carabinieri lo hanno cercato invano nella canonica che ha in uso a Pescocostanzo, paese della provincia dell'Aquila nel quale amministrava la parrocchia fino a qualche mese fa e da dove, a quanto pare, è stato allontanato perché non molto gradito. Don Daniel Arturo Cardenas, il prete 50enne di origine colombiana trovato positivo all’esame tossicologico a seguito di un incidente avuto domenica notte a Sulmona, sembra però essere sparito nel nulla. L’altro giorno non ha celebrato la messa e nessuno lo ha visto in giro. A qualcuno ha detto di essersi recato a Chieti per degli accertamenti, ma le stesse forze dell’ordine, che ieri dovevano notificargli un atto (per una vicenda estranea ai fatti in questione), non hanno riscontri su questo, né lo hanno trovato nella sua residenza ufficiale, né a Rivisondoli, paese nel quale è stato designato a curare le anime.

L’elezione di domicilio, fatta dopo la denuncia per guida sotto effetto di sostanze stupefacenti, d’altronde, l’ha fatta presso una casella postale.

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Insomma, il dubbio che difficilmente si farà rivedere in zona è legittimo. L’attesa è per questa mattina alle 11 a Rivisondoli dove don Daniel, ha assicurato il vescovo di Sulmona-Valva, Michele Fusco, si presenterà davanti alle telecamere de “La vita in diretta”. «Per dire cosa non so - commenta il sindaco del paese, Giancarlo Iarussi - se è vero che è un assuntore di cocaina, c’è poco da spiegare. Il paese è sotto choc: tutto ci aspettavamo, tranne che facesse uso di droga. Un prete». Una pecorella smarrita, più che un pastore di anime: don Daniel avrebbe lasciato diverse bollette insolute, tanto da far staccare il riscaldamento in chiesa e tante voci non proprio edificanti sul suo conto. E poi gli elementi di indagine su cui stanno lavorando gli inquirenti che, ora, vogliono capire chi gli abbia dato la cocaina e, soprattutto, con quali soldi la abbia eventualmente pagata. Il sacerdote dopo l’allontanamento da Pescocostanzo è stato privato del sussidio della Chiesa: di fatto un nullatenente, che dovrebbe mantenersi con la carità, ma che la notte dell’incidente era alla guida di un’auto Toyota ibrida presa a leasing da una società del Trentino e con un canone da 400 euro al mese. E poi la cocaina, che non è proprio una droga economica. Ci sono insomma tanti aspetti da chiarire, da indagare, compreso con chi avesse condiviso la cena domenica prima di schiantarsi con la sua auto sulla quattro corsie di Sulmona. I valori di cocaina nel sangue, superiori a mille (quando il cut-off, ovvero il limite di negatività è di 300 unità), fanno intendere che non sia stata, la sua, una serata da un bicchiere di troppo. E ancora cosa facesse ad oltre 50 km di distanza dalla sua parrocchia, a notte inoltrata, domenica scorsa. Di certo c’è una comunità allibita e ferita, che si chiede ancora a chi abbia affidato i suoi bambini fino a ora: il giorno dopo l’incidente, ad esempio, i ragazzini che stanno preparando la prima comunione, sono andati a trovarlo, perché preoccupati per la sua salute. «Ho chiesto al vescovo di intervenire - racconta il sindaco Iarussi - e di sostituire don Daniel alla guida della nostra parrocchia. Se anche il vescovo ha deciso di togliergli il sussidio, un motivo ci sarà stato».
 

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