Adriano De Grandis
OGGETTI DI SCHERMO di
Adriano De Grandis

Cannes 77, giorno 4. Lanthimos fa retromarcia
Richard Gere impressiona nella fuga in Canada

Sabato 18 Maggio 2024

Cielo azzurro e sole: la primavera si è ricordata di Cannes, ma il clima al cinema resta variabile, con qualche nuvola di troppo.

KINDS OF KINDNESS di Yorgos Lanthimos (Concorso) - Salutato a suon di premi, il corso più abbordabile del regista greco, dopo il Gran Premio a “La favorita” e il Leone a “Povere creature!”, entrambi a Venezia, si arresta di colpo. Purtroppo risorretto dalla sceneggiatura di Efthymis Filippou, sodale della prima fase, il brusco ritorno a quel cinema respingente che aveva fatto di Lanthimos, per alcuni, un autore perfino apprezzato, provoca un fastidio immediato. Diviso in tre parti, tutte corredate dai medesimi attori, tra cui Emma Stone, Jesse Plemons e Willem Dafoe, nel primo si narra di un uomo che non obbedisce a una richiesta estrema; nel secondo di un uomo che non accetta che la persona scomparsa e poi ritrovata sia effettivamente sua moglie; nel terzo una donna è schiava di una setta. Se di gentilezza vogliamo parlare, qui in versione ironica se non antifrastica, Lanthimos si inoltra in un gioco dove le regole infrante fanno saltare il banco, mostrando un’umanità senza etica e illuminata dal masochismo. Sezionato nella consueta forma paradossalmente esasperata, la chirurgia dei fatti si avvale di una continua costruzione per eccessi, in modo da scatenare una repulsione, ma è soprattutto un film che sa essere ruffiano, a cominciare dall’uso di Sweet dreams sparato a manetta in apertura. Gelido e consapevolmente respingente, dura quasi tre ore. E questo senz’altro non è una tenerezza per lo spettatore. Voto: 4,5.

OH, CANADA di Paul Schrader (Concorso) – La storia di Leonard Fife, documentarista politico dopo aver disertato la chiamata per il Vietnam, rifugiandosi in Canada. Sovrapponendo le varie fasi della vita, Schrader ricompone il percorso attraverso un’intervista, alla quale assiste anche la moglie, che verrà a conoscenza di alcuni particolari nascosti della sua relazione. A reggere il film è soprattutto Richard Gere, che curiosamente torna a lavorare con Schrader, qui con il corpo ormai anziano e stanco dopo averlo esaltato nel suo splendore giovanile in “American gigolò”. Un Gere notevole, che potrebbe anche assicurarsi un premio. Voto: 6,5.

THREE KILOMETRES TO THE END OF THE WORLD (Concorso) di Emanuel Parvu – Adi ha 17 anni e torna per le vacanze in un villaggio rurale della Romania. Una notte, tornando a casa, viene assalito e pestato a sangue. I genitori ricorrono alla polizia, ma il motivo che scoprono (il figlio è omosessuale e per questo è stato picchiato) destabilizza la serenità familiare. Scoperti i due ragazzi colpevoli, il cui padre vanta un credito proprio con la famiglia di Adi, si farà di tutto per tenere all’oscuro il resto del paese, non avviare una querela che dia vita a un processo e si cercherà di “guarire” il giovane, anche con un esorcismo da parte del prete del villaggio. Tra pregiudizi e ignoranza, il film è abbastanza elementare, fragile nella progressione narrativa e debole nell’affrontare tale tematica. Voto: 5.

 

 

Ultimo aggiornamento: 18:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA