Enigma resta sepolta con centinaia di altri oggetti per quasi sessant'anni, finché capita tra le mani di due ex allievi di una scuola di Marghera, Gianpietro Favaro e Roberto Visentin, che rovistando in soffitta sono incuriositi dalla data impressa e dalle parole in tedesco sulle targhette della scatola di legno: l'anno di fabbricazione è il 1941, tra le scritte balza all'occhio "Chiffriermaschinen". E una piccola svastica sui rotori segnala in modo inquietante e inequivocabile da chi era utilizzata.