Diesel Usa presenta richiesta di ristrutturazione aziendale, ma resta operativa

Mercoledì 6 Marzo 2019 di Luca Pozza
Renzo Rosso
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BREGANZE - Diesel Usa, divisione americana della Diesel Spa con quartier generale a Breganze, ha presentato richiesta volontaria di ristrutturazione prevista dalla legge statunitense (Chapter 11 della sezione fallimentare) che offre l'opportunità alle imprese di riorganizzarsi conservando, al contempo, la propria attività d'impresa e operatività quotidiana. A darne notizia è il Gruppo Diesel, attraverso una nota che giunge proprio dalla sede vicentina. A Diesel Usa fa capo la distribuzione dei prodotti Diesel negli Stati Uniti dal 1995, anno in cui la divisione è stata creata.

«La riorganizzazione - viene spiegato nella nota - è un passo fondamentale per Diesel Usa per affrontare alcune passività di lungo termine e costruire un business sano e più forte nel paese, costruendo una presenza di brand dinamica e in linea con l'evoluzione attuale del mercato. La procedura, che garantisce ai creditori il recupero integrale dell'esposizione, prelude ad una ridefinizione della distribuzione Diesel sul mercato statunitense».

In queste ore la notizia sta registrando grande interesse anche nei portali e negli organi di informazione statunitensi, non solo economici. In particolare l'Agenzia Bloomberg, una multinazionale operativa nel settore dei mass media con sede a New York e filiali in tutto il mondo, precisa che «a differenza di altri retailer che hanno annunciato massicce chiusure di negozi Diesel Usa non prevede di chiudere. Al contrario, i documenti presentati in tribunale tracciano una strategia di rilancio del marchio Diesel negli Stati Uniti, compresa l’apertura di nuovi negozi e l’adeguamento di alcuni vecchi store che diventeranno meno costosi da gestire». Secondo Bloomberg «la documentazione presentata ai giudici attribuisce a Diesel Usa asset per un valore di circa 100 milioni di dollari e di debiti per 50 milioni».

Come precisa la nota giunta da Breganze la richiesta di Diesel Usa prevede un aspetto particolare, ossia quello di assumersi l'impegno da parte dell'azienda di consentire a ogni classe di creditore il recupero del 100% della propria esposizione. «A penalizzare l’andamento di Diesel Usa - secondo la versione di Bloomberg - sarebbero stati il calo delle vendite, ma anche, come già detto dalla stessa azienda, per colpa di frodi informatiche e leasing onerosi». Infine la stessa agenzia definisce «Diesel Usa un’altra "vittima" della seconda ondata di crisi del retail americano».
Ultimo aggiornamento: 18:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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