Dieci anni fa, in una piazza San Pietro colma all'inverosimile si svolgeva un incontro con i malati dell'Unitalsi. Papa Francesco fu fotografato mentre abbracciava un uomo goffo che restava letteralmente aggrappato a lui.
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L'immagine dei momenti in cui Vinicio Riva, all'epoca 53enne, si era abbandonato sul petto del Papa che lo accarezzava e baciava è stato il simbolo potentissimo di una Chiesa capace di prendersi cura di tutti specie dei più deboli. La notizia della morte di Vinicio, avvenuta stamattina in un paesino del Veneto, sta facendo il giro del mondo ed è arrivata anche a Santa Marta.
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Con chi indugiava con lo sguardo sul suo volto Vinici si scusava mortificato dicendo che non era contagioso e che era la malattia ad averlo reso deforme. Gli aveva causato una invalidità evidente oltre a tanti problemi fisici e a una vita sostanzialmente impossibile. Provava fitte persino a fare un sorriso. “Elephant man”. Successivamente l'udienza papale a San Pietro quest'uomo ha raccontato a diversi giornalisti le lacrime versate sentendosi accolto e non giudicato. «Mi sono sentito in paradiso». Dall'emozione non riuscì a dire nulla a Francesco e restò così abbandonato a lui per un minuto che era sembrato dilatato, interminabile prima di essere riaccompagnato al suo posto.
La malattia di Vinicio era iniziata durante l'adolescenza e la diagnosi fu infausta da subito. I medici avevano immaginato che non potesse vivere a lungo. Il paese di Isola Vicentina, dove è crescito, lo ricorda con affetto.