Perché Papa Francesco non riduce allo stato laicale il vescovo che ha abusato di due suoi nipoti quando erano minorenni? A sollevare la questione in modo diretto e quasi brutale sull'orrendo caso di monsignor Roger Vangheluwe è stato il primo ministro belga Alexander De Croo.
Il vescovo orco, ultra ottantenne, che ormai si è ritirato a vita privata in un convento lasciando la guida della diocesi nel 2010, non è mai stato perseguito dalla giustizia belga perchè i reati nel frattempo sono andati in prescrizione, né da quella vaticana che finora gli ha imposto solo di vivere in un monastero. Resta così inspiegabile l'atteggiamento del Vaticano di non procedere a ridurlo allo stato laicale come è già accaduto per altri casi eclatanti, per esempio quello dell'ex cardinale americano McCarrick.
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Non solo. Lo scandalo Vangheluwe ha fatto affiorare nuovamente le coperture di cui ha goduto e l'insabbiamento operato dal cardinale ultra progressista e grande sostenitore di Papa Bergoglio, Godfried Danneels, allora arcivescovo di Mechelen-Bruxelles, il quale, nel 2010, invitava caldamente i nipoti vittime di abusi e sevizie a non accusare pubblicamente lo zio. Di questo insabbiamento clamoroso esistono registrazioni circolate a più riprese. Danneels scomparso nel 2019 è stato uno degli invitati al Sinodo della Famiglia nel 2015.
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Da allora il caso Vangheluwe in Belgio affiora periodicamente sulla stampa locale causando disorientamento per l'atteggiamento vaticano. Intanto il Parlamento fiammingo, l'organo legislativo per la regione fiamminga del Belgio, ha deciso nell'ottobre scorso di istituire una commissione speciale d'inchiesta sugli abusi sessuali nella Chiesa, a seguito di una serie di documentari televisivi che hanno riacceso i fari sul caso Vangheluwe e sul perché il vescovo continui a mantenere il titolo di vescovo e a essere sacerdote.
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