C’ solo la Roma lass. Quasi in fuga, anche se siamo solo all’ottava giornata: battuto anche il Napoli, 2 a 0 all’Olimpico, e ora staccato in classifica di cinque punti.
Come la Juve che domenica gioca al Franchi contro la Fiorentina. Il raccolto di Garcia è davvero straordinario: otto successi di fila, ad inzio torneo solo Capello, tecnico del terzo scudetto giallorosso, riuscì a far meglio con la Juve nella stagione 2005-2006, anche se poi quello scudetto fu revocato per Calciopoli. Sono 22 i gol realizzati e solo 1 subìto. Cifre da stropicciarsi gli occhi: questo gruppo adesso ci crede, convinto dalle potenzialità dei singoli che hanno fisico e tecnica e dalla solitidità del collettivo che gioca a memoria e senza puara.
MIRALEM ALLA DIEGUITO
Benitez recupera Maggio ma non ha Higuain che entrerà a metà ripresa. Garcia ritrova Maicon, lancia Dodò dall’inizio e perde dopo mezz’ora Totti e ad inizio secondo tempo pure Gervinho. C’è equilibrio e rispetto in campo. Il primo tempo è di studio, anche se Gervinho si pappa un gol, Pandev uno ancora più grande anche perché De Sanctis, imbattuto 7 volte su 8 in questo campionato, non si impressiona quando il macedone arriva da solo davanti a lui, e a fine tempo del recupero Insigne prende il palo. Ma davanti a Maradona, nell’ultimo minuto dei tre di recupero, Pjanic calcia di destro a giro, su punizione concessa per un fallo di Cannavaro su Gervinho, come faceva proprio Re Diego: 1 a 0. E’ la settimana del bosniaco che martedì ha festeggiato la storica qualificazione al mondiale della sua nazionale e che nella sfida contro il Napoli si gusta la prima doppietta in giallorosso calciando di forza il rigore del 2 a 0. Higuain è in campo per Pandev da due minuti, ma la Roma concede il bis quando Cannavaro placca Borriello in area e prende il secondo giallo. In inferiroità numerica il maestro Benitez si arrende all’allievo Garcia che fa sul serio (8 vittorie ad inizio torneo come la Juve di Trapattoni e Platini nella stagione ’85-’86) e si trascina dietro l’entusiasmo di squadra e pubblico.
Ultimo aggiornamento: 23:39
Come la Juve che domenica gioca al Franchi contro la Fiorentina. Il raccolto di Garcia è davvero straordinario: otto successi di fila, ad inzio torneo solo Capello, tecnico del terzo scudetto giallorosso, riuscì a far meglio con la Juve nella stagione 2005-2006, anche se poi quello scudetto fu revocato per Calciopoli. Sono 22 i gol realizzati e solo 1 subìto. Cifre da stropicciarsi gli occhi: questo gruppo adesso ci crede, convinto dalle potenzialità dei singoli che hanno fisico e tecnica e dalla solitidità del collettivo che gioca a memoria e senza puara.
MIRALEM ALLA DIEGUITO
Benitez recupera Maggio ma non ha Higuain che entrerà a metà ripresa. Garcia ritrova Maicon, lancia Dodò dall’inizio e perde dopo mezz’ora Totti e ad inizio secondo tempo pure Gervinho. C’è equilibrio e rispetto in campo. Il primo tempo è di studio, anche se Gervinho si pappa un gol, Pandev uno ancora più grande anche perché De Sanctis, imbattuto 7 volte su 8 in questo campionato, non si impressiona quando il macedone arriva da solo davanti a lui, e a fine tempo del recupero Insigne prende il palo. Ma davanti a Maradona, nell’ultimo minuto dei tre di recupero, Pjanic calcia di destro a giro, su punizione concessa per un fallo di Cannavaro su Gervinho, come faceva proprio Re Diego: 1 a 0. E’ la settimana del bosniaco che martedì ha festeggiato la storica qualificazione al mondiale della sua nazionale e che nella sfida contro il Napoli si gusta la prima doppietta in giallorosso calciando di forza il rigore del 2 a 0. Higuain è in campo per Pandev da due minuti, ma la Roma concede il bis quando Cannavaro placca Borriello in area e prende il secondo giallo. In inferiroità numerica il maestro Benitez si arrende all’allievo Garcia che fa sul serio (8 vittorie ad inizio torneo come la Juve di Trapattoni e Platini nella stagione ’85-’86) e si trascina dietro l’entusiasmo di squadra e pubblico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA