Una battaglia infinita, quella di José Mourinho contro gli arbitri, che si arricchisce di un nuovo capitolo con tanto di un'inchiesta aperta dalla procura della Federcalcio.
Procura apre indagine su Mourinho
Parole che sono valse l'apertura di un fascicolo da parte della procura federale guidata da Giuseppe Chiné per dichiarazioni lesive nei confronti di Marcenaro. Non commenta, per ora, l'Aia che certo non avrà apprezzato l'ennesimo attacco del tecnico giallorosso che mai, finora, lo aveva fatto in via preventiva. Le scintille con il IV Uomo Serra, le accuse a Chiffi definito «il peggior arbitro della mia carriera» o quelle a Pairetto al quale disse di esser stato mandato dalla Juventus. Tutte arrivate dopo episodi di campo, non come invece successo con Marcenaro che l'Aia, invece, reputa tra gli astri nascenti dell'arbitraggio, vista la giovane età (31 anni) e le 20 gare di Serie A già dirette.
L'attacco a Berardi
Ma gli arbitri non sono stati il solo bersaglio di José, che se l»è poi presa anche con Domenico Berardi, definendolo prima un «giocatore fantastico», ma «destabilizzante», perché «irrispettoso nel suo modo di prendere cartellini, falli e rigori inesistenti». «Un giocatore che amo e odio allo stesso tempo», la chiosa del portoghese che ha deciso di infiammare un match che arriva nella stessa giornata di Napoli-Inter. Una vittoria dei nerazzurri, insieme a quella giallorossa, porterebbe la squadra di Mourinho in zona Champions e agli stessi punti dei partenopei, per questo è poi tornato anche a battere sulla mentalità della squadra che vuole vedere. «Se vogliamo avere l'ambizione di fare qualcosa di più, dobbiamo alzare il tono e avere meno superficialità», ha ribadito il tecnico che non fa i nomi dei giocatori ai quali era riferito il messaggio post Servette. Anche se l'indice è finito puntato verso Spinazzola, Renato Sanches, Aouar e Celik. Con loro e con la squadra in generale ha parlato internamente sia dopo la gara in Svizzera che in questi giorni prima di partire nuovamente. Il tecnico non vuole altre distrazioni e per questo punta ancora sulla strategia della tensione, sperando di influenzare una squadra che, soprattutto in trasferta, non è la gang di banditi che vorrebbe Mourinho.
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