dal nostro inviato
LONDRA
Ancora i rigori. Come contro la Spagna in semifinale. E sempre a Wembley. Dove la differenza l'avrebbe dovuta fare il pubblico, quasi 55 mila tifosi inglesi. E invece i protagonisti sono stati di nuovo Mancini, stratega in panchina, e Donnarumma che ha respinto le conlusioni di Sancho e Saka. L'Inghilterra, mai arrrivata in finale all'Europeo, fa cilecca nonostante sia stata favorita dall'Uefa che gli ha costruito il torneo su misura, con 6 partite su 7 giocate in questo stadio.
INIZIO IN APNEA
Il gol di Shaw, dopo meno di due minuti, ha sopreso l'Italia. Che ha faticato a entrare in partita. L'Inghilterra, modificata tatticamente da Southgate che per la finale è passato dal 4-2-3-1 al 3-4-2-1, si è piazzata sotto palla, alzando il muro. Jorginho si è caricato sulle spalle i compagni e si è preso l'iniziativa. Gli azzurri, però, non sono riusciti ad alzare il ritmo. Manovra sconta e nessuna chance. Giusto un bel tiro da fuori di Chiesa, largo però. L'Italia, pur non concedendo niente, è arrivata all'intervallo spenta e imprecisa.
MODIFICA IN CORSA
Mancini, dopo meno di un'ora, ha inserito Cristante per barella e Berardi per Immobile, scegliendo la fromula con il falso nove, compito affidato a Insigne. L'Italia ha subito pareggiato con Bonucci, costringendo Southgate a cambiare, con Saka al posto di Trippier, cioè rinnegando la mossa di partenza. Adesso gli azzurri comandano e osano. Berardi ha la palla del ko. Altre chanche pure nei supplementari. Bastano, ai rigori, le trasformazioni di Berardi, Bonucci e Berbardeschi. Non pesano gli errori di Belotti e dello specialista Jorginho, contano le parate di Donnarumma, come martedì contro la Spagna. Mancini si prende l'Europa e allunga la striscia dei risultati utili: 34 partte, a meno 1 dalla Spagna (2007-2009).
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