Test fertilità gratis per le ragazze, l'ipotesi allo studio del ministero. Schillaci: «Aggiornare anche i Lea con la procreazione assistita»

Convegno a Roma di Farmindustria

Mercoledì 13 Marzo 2024
prestazioni di procreazione medicalmente assistita

Se una donna avesse la possibilità di essere consapevole della propria fertilità in tempo, agirebbe di conseguenza? Se avesse la possibilità di sapere a partire dai 20 anni se è fertile oppure no, prenderebbe decisioni diverse? Se scoprisse in anticipo problemi alla sua capacità riproduttiva cercherebbe di risolverli per poter avere figli? La notizia è che potrebbero essere presto disponibili test gratis per la fertilità.

Perché oggi a Roma si è tornati a parlare di denatalità: in Italia si fanno pochi figli e il sistema previdenziale non tiene più.

Il tema è delicato e se ne è discusso all'evento "La natalità: una questione di coppia", promosso da Farmindustria con il patrocinio del ministero per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità. All'evento sono intervenuti il ministro della Salute Schillaci e la ministra per la Famiglia Roccella. Ed è emersa la questione dei test per capire, in tempo, se si potranno avere figli. Lo ha annunciato  Maria Rosaria Campitiello, il capo della segreteria tecnica del ministero della Salute.

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«Penso che occorra investire sulla natalità, ma anche sulla comunicazione e l'informazione. All'interno del Tavolo tecnico ministeriale su stili di vita e fertilità stiamo pensando di offrire gratuitamente screening della fertilità alle ragazze per fasce di età, a 20 25 e 30 anni, per il dosaggio dell'ormone che indica la capacità riproduttiva. Per i ragazzi lo spermiogramma, l'esame liquido seminale, è già a carico del Servizio sanitario nazionale, ma è necessario informare i giovani. Mentre l'esame per il dosaggio dell'Amh», per misurare la concentrazione nel sangue di questo ormone sintetizzato negli organi coinvolti nei processi riproduttivi, «costa circa 60 euro». 

«Questo pomeriggio il Tavolo tecnico sugli stili di vita per favorire la fertilità, che abbiamo voluto istituire e che si è insediato lo scorso luglio, tornerà a riunirsi per discutere e concordare altre iniziative su questi temi. Per anni sono rimasti inascoltati i segnali che arrivavano da Istat ed Eurostat sul tasso di denatalità in Italia e in Europa. Ora dobbiamo agire rapidamente, con soluzioni realistiche e concrete. Siamo concentrati sugli stili di vita delle nuove generazioni che devono essere informate sulla base di dati scientifici, incontrovertibili e documentati». Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci, intervenendo al convegno.

Schillaci: «E ora aggiorniamo i Lea con la procreazione medicalmente assistita»

«C'è poi naturalmente l'impegno attivo nella prevenzione - ha ricordato - che va a tutela anche della fertilità e che passa per le campagne vaccinali gratuite - come quella per il Papillomavirus - per gli screening oncologici, per l'inserimento nei nuovi Livelli essenziali d'assistenza delle prestazioni di procreazione medicalmente assistita, che dovranno essere fornite su tutto il territorio nazionale». Per Schillaci, «uscire dall'inverno demografico è veramente una grande sfida nella quale c'è bisogno del contributo di tutti: della politica, delle istituzioni, dei medici, della ricerca, della farmaceutica, delle scuole. Ma soprattutto, c'è bisogno di un dibattito vivo e propositivo»

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«Il problema demografico italiano è enorme e non si risolve soltanto con interventi di Governo. Il governo Meloni ha fatto la sua parte e anche con buoni risultati: vediamo l'aumento dei posti di lavoro dell'occupazione femminile. In questo anno e mezzo siamo intervenuti sui congedi, sugli asili, sulla decontribuzione per le donne con due figli, perché sappiamo che la discriminazione e le dimissioni dal lavoro si intensificano proprio al secondo figlio. Ma tutto questo non riuscirà a raggiungere l'obiettivo, se non c'è una collaborazione con le aziende, con gli enti locali, i sindacati, i non profit. Insomma, con chiunque in questo ambito possa giocare un ruolo. Farmindustria è un ottimo esempio della collaborazione che noi chiediamo, in particolare al mondo del lavoro, al mondo produttivo, ma non soltanto, anche a tutti gli attori che possono avere un ruolo sulla questione della natalità», ha commentato la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Eugenia Maria Roccella.

Perché si rinuncia ad avere figli

«Le coppie rinunciano ad avere bambini e sempre più spesso le donne abbandonano il sogno di diventare mamme già da giovanissime. Le cause possono essere molteplici: una condizione economica sfavorevole, la paura di perdere il posto di lavoro, l'assenza di una reale consapevolezza della propria fertilità, che per una donna è all'apice tra i 20 e i 30 anni», lo ha detto il ministro Schillaci. «Credo sia fondamentale offrire ai giovani la possibilità di riflettere sulla complessità e le conseguenze delle proprie scelte quotidiane, dei comportamenti salutari o meno che si adottano. Nelle scuole e nelle università - conclude Schillaci - saranno inoltre promossi incontri, sulla base di documenti scientifici, per illustrare la relazione tra stili di vita e fertilità - ha concluso - anche in diversi atenei italiani specializzati nelle professioni sanitarie saranno organizzati presentazioni e dibattiti», ha aggiunto. 

Ultimo aggiornamento: 15:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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