Anemia: la stanchezza inspiegabile primo sintomo

Si verifica quando il numero dei globuli rossi diminuisce in modo sensibile. Nel leggere i valori dell’emocromo è necessario valutare anche emoglobina ed ematocrito. La forma più comune è da carenza di ferro

Giovedì 14 Marzo 2024 di Maria Rita Montebelli
Anemia: la stanchezza inspiegabile primo sintomo

I globuli rossi costituiscono circa il 40% del volume del sangue.

Sono prodotti continuamente nel midollo osseo e vivono in media 120 giorni. Hanno l'aspetto di un disco schiacciato al centro, non hanno un nucleo e sono in genere molto deformabili (per poter attraversare anche i vasi capillari più sottili). 
Il colore rosso acceso viene loro conferito dall'emoglobina (una proteina complessa costituita da 4 catene legate tra loro, ognuna recante un atomo di ferro) che rappresenta praticamente tutto il contenuto solido dei globuli rossi, fatti per il 65% di acqua. 
L'emoglobina è deputata al trasporto dei gas; quando il sangue attraversa i polmoni , l'ossigeno dell'aria inspirata si lega infatti all'emoglobina che lo distribuisce così a tutto il corpo. Una volta liberata dal “carico” di ossigeno, le molecole di emoglobina rimuovono dai tessuti l'anidride carbonica prodotta dalle cellule e il veicolano verso i polmoni dove viene liberata all'esterno con l'espirazione, come gas di scarico. 

IL “MECCANISMO”

L’anemia si verifica quando il numero dei globuli rossi diminuisce o se non contengono emoglobina a sufficienza. Per questo, nel leggere l’emocromo è importante valutare non solo il numero assoluto dei globuli rossi (eritrociti o RBC), normale se compreso tra i 4,6 e i 6,2 milioni per millimetro cubo (mm 3) nell’uomo e i 4,2-5,4 milioni per millimetro cubo nella donna. Molto importante è anche l’emoglobina (Hb), i cui valori di normalità sono 14-18 g/dl nei maschi adulti e 12-16 g/dl nelle femmine adulte. 
Infine va considerato l’ematocrito (Htc), che misura la percentuale di sangue occupata dai globuli rossi (valori normali: 40-54% nell’uomo e 36-52% nella donna). I valori normali si modificano nelle varie età della vita e in gravidanza.
Il primo sintomo dell’anemia è una stanchezza inspiegabile. Possono comparire inoltre fiato corto (dispnea) a seguito di sforzi anche modesti, vertigini (soprattutto quando ci si alza in piedi), battito cardiaco accelerato o irregolare, mal di testa, pallore, mani e piedi freddi, dolori toracici, difficoltà di concentrazione e irritabilità. La forma più comune di anemia è quella da carenza di ferro che si verifica quando le riserve di ferro dell’organismo scarseggiano (gli esami per studiare il ferro sono: sideremia, ferritina, transferrina). Questa condizione può dipendere da un’insufficiente assunzione di ferro con la dieta, ma anche da una perdita di sangue cronica (stillicidio ematico in corso gastriti, ulcere intestinali, cistiti croniche; mestruazioni molto abbondanti). 
La carenza di ferro può dipendere anche da un cattivo assorbimento intestinale, che si verifica in alcune patologie, come la celiachia.

Anche le persone con obesità sottoposte a interventi di chirurgia bariatrica (in particolare a bypass gastrico) possono sviluppare una carenza di ferro da mancato assorbimento. Altre volte l’anemia è collegata all’insufficiente apporto o al mancato assorbimento di vitamina B12 (anemia perniciosa) o folati.

I MALI COLLEGATI

A rischio anemia è non solo chi segue una dieta sbagliata, ma anche chi presenta malassorbimento, malattie croniche (artrite reumatoide, insufficienza renale, tumori, malattie infiammatorie intestinali, malattie del fegato o della tiroide), infezioni croniche o infestazioni parassitarie. Il rischio aumenta con l'avanzare dell'età, ma anche le donne in età fertile e in gravidanza sono a rischio anemia.
Chi soffre di insufficienza renale grave presenta una forma di anemia legata alla mancata produzione da parte dei reni dell'ormone eritropoietina, che stimola il midollo osseo a produrre globuli rossi. La terapia in questo caso è la somministrazione di eritropoietina sintetica.
Altre forme di anemia (anemia aplastica) sono dovute a un disturbo di produzione dei globuli rossi da parte del midollo osseo (che in genere si accompagna anche a carenza di piastrine e di globuli bianchi), causato da infezioni, esposizione a radiazioni ionizzanti oa sostanze e farmaci tossici (es. chemioterapia).
Alcune forme di anemia emolitica intraglobulare sono ereditarie. È il caso ad esempio dell'anemia da deficit dell'enzima G6PD (glucosio-6-fosfato deidrogenasi), più nota come “favismo”, che comporta una grave e massiccia distruzione dei globuli rossi (crisi emolitica) quando gli individui affetti mangiano o entrare in contatto con le fave o altri alimenti (piselli, verbena) o alcuni farmaci ( analgesici , antipiretici, chinidina, salicilati). I maschi sono colpiti più delle femmine, in genere portatrici sane. 

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