Andrea ha il banco del pesce al mercato di Appio Claudio. Tutti i giorni aspetta che un suo cliente gli dia i 600 euro del pesce che aveva acquistato per lo scorso cenone di Natale. «Passa qui ogni settimana, e tutte le volte mi dice di aspettare», racconta. Sono scene ormai entrate nell’ordinarietà dei mercati romani, nel pieno della crisi energetica e dei rincari delle materie prime. Sono quasi le 13 e c’è chi si avvicina al banco della frutta e verdura della signora Pina cercando di trovare le offerte dell’ultimo minuto. Lei prepara una cassetta: dentro mette due cespi d’insalata, una busta di pomodori ciliegino, un paio di finocchi, una verza, la rucola. Sono per la vendita “last minute”, per chi viene a cercare quei prodotti che altrimenti si dovrebbero smaltire in altra maniera. «Vengono all’ultimo minuto e c’è anche chi fa le contrattazioni - dice - mi dicono ”La bieta è a 2,50 euro, me la può mettere a 2?». Nei mercati queste notizie fanno il tam tam e per le occasioni dell’ultimo minuto ci sono anche le persone in fila. Giuseppe ha il banco da macellaio al mercato Carlo Calisse di Cinecittà.
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GLI ACCORGIMENTI
Il prossimo 29 settembre sarà la terza Giornata internazionale della consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari. In questo triennio è cresciuta tantissimo la consapevolezza: sono 2.600 i commercianti romani che hanno scelto di aderire a Too Good To Go, l’app antispreco nata in Danimarca nel 2015 che permette a chi vende prodotti alimentari di poter proporre una selezione “a sorpresa” di prodotti e piatti freschi rimasti invenduti a fine giornata e che non possono essere rimessi in vendita il giorno successivo. Negli ultimi sei mesi la App, solo sulla Capitale, ha registrato un aumento delle richieste del 20%. Il I Municipio fa la parte del leone: sono 260 gli esercenti che hanno aderito. A seguire, il V (con 181), l’VIII (con 172) e poi tutti gli altri. Questo sistema lo usa proprio Andrea, il pescivendolo dell’Appio Claudio. «Questa busta di pesce con pannocchie, sgomberi, triglie e calamari per la frittura, filetti di platessa la metto in vendita sulla App a 7,90 euro - dice - Dovrei venderla a 17,50, ma non ce la faccio. Gli incassi che arrivano mi permettono di avere 400 euro con i quali posso pagare la luce del banco».