Si appropriavano e riscattavano buoni fruttiferi postali intestati a persone decedute. E ancora titoli giacenti da anni pur intestati a soggetti in vita. E' stata sgominata dai finanzieri del comando provinciale di Roma un'organizzazione che operava a Nettuno.
Truffa del carrozziere, risarcito per falsi incidenti: ha intascato oltre 360mila euro
Maxi-truffa dei buoni postali, l'indagine
Le indagini erano iniziate in seguito alla denuncia di uno degli eredi di un'intestataria di titoli emessi da Poste. Sono così state individuate sei persone che si sarebbero appropriate di sette buoni fruttiferi postali, intascando un valore pari a 363.000 euro. Tutto ciò è stato possibile grazie alla collaborazione di una donna, all'epoca dei fatti impiegata in una delle agenzie postali di Nettuno. Sarebbe stata lei infatti a sbloccare i sei titoli, dal valore di 300mila euro intestati a una persona defunta e a monetizzare un ulteriore titolo di 63.000 euro, di proprietà di un'altra persona che non ne aveva mai chiesto la liquidazione. Licenziata da Poste, la donna ha poi collaborato con le forze dell'ordine, permettendo la ricostruzione dell'intera vicenda. Attraverso l'apposizione di firme false degli aventi diritto, la donna è riuscita a sbloccare i fondi, mentre gli altri cinque soggetti - di cui due pregiudicati - avrebbero fornito i documenti falsi necessari a completare l'operazione. Il denaro proveniente dalla liquidazione dei buoni fruttiferi della defunta, infatti, era stato accreditato sul libretto di quest'ultima, ancora aperto, per poi confluire, grazie a ordinativi disposti dalla dipendente infedele, su altri conti correnti e infine essere prelevato tramite sportelli Atm.
Maxi-truffa dei buoni postali, le perquisizioni
Durante le perquisizioni domiciliari presso le abitazioni degli indagati, i militari hanno rinvenuto un buono fruttifero ordinario postale emesso nel 1988, di 5.000.000 delle vecchie lire, del valore attuale pari a circa 30.000 euro, intestato a un uomo deceduto nel 1998, che è stato restituito agli eredi legittimi. Gli elementi
acquisiti hanno permesso alla Procura della Repubblica di Velletri di ottenere l'emissione del provvedimento cautelare personale, con cui sono state disposte due custodie cautelari in carcere e una agli arresti domiciliari, nonché il sequestro preventivo di beni e denaro per oltre 700.000 euro.