L’allarme è scattato lo scorso venerdì quando sotto la tettoia di un’abitazione - al settimo piano di un palazzo nel quartiere Don Bosco – un gruppetto di api avevano costruito il loro nido e terrorizzato alcuni studenti: i ragazzi non riuscivano più ad aprire la finestra del bagno a causa dell’andirivieni degli insetti.
Uno sciame con migliaia api sotto la tettoia di un’abitazione nel quartiere Don Bosco
Le chiamate continuano ad arrivare copiose da ogni zona della Capitale e perfino dalle campagne limitrofe. «Ne ricevo anche 40 al giorno», osserva l'etologo. I primi giorni di maggio l’ennesima famiglia di api (130mila) era stata rimossa nell’intercapedine di una scuola ad Anguillara. «In caso di brusco abbassamento delle temperature e giornate estremamente piovose - sostiene Lunerti - le popolazioni di insetti pur di riscaldarsi arrivano ad emettere vibrazioni con il corpo e a consumare quindi quantità elevate di miele che hanno nell’addome. Le ceraiole - aggiunge ancora l’etologo - percepiscono la situazione di disagio e trovano un posto dove poter proseguire la loro attività riproduttiva nella piena convinzione che quello sia l’unico spazio per sciamare».
Tre i favi rimossi e il nido è stato totalmente aspirato in completa sicurezza. «Nessun allarme a Roma, ma nel corso delle prossime settimane assisteremo a sciamature impulsive e di massa: il maltempo non ha dato modo alle api di rifugiarsi all’interno di luoghi specifici, ma trovare ambienti di fortuna. Sono disorientate, sì, ma non bisogna affatto spaventarsi, solamente responsabilizzare il cittadino. Massima attenzione - consiglia ancora Lunerti - agli arredi e alle attrezzature umane: le api arrivano ad attaccarsi anche alle macchine e ai motorini. Non utilizziamo il fuoco e nemmeno i prodotti insetticida. Non sono insetti aggressivi, ma se minacciati sono in grado di ferire gravemente e mortalmente qualunque persona».