Il primo dicembre 1995 resta ancora il giorno più tragico nella catena dei suicidi collettivi, non solo di quelli avvenuti dai viadotti dell'A24 fra Roma e L'Aquila. Una famiglia romana, madre e tre figli, si tolse la vita verso mezzogiorno, nei pressi dell'uscita di Carsoli. Annamaria Maracchioni, 64 anni, e i figli Roberto, 38 anni, Silvio, 34 e Marco Baracchi di 27 si lasciarono cadere nel vuoto per 90 metri. Cinque anni prima era morto per un tumore il marito di Annamaria e il papà dei tre figli, Francesco. La tragedia dell'A24, da quel giorno quella storia terribile è chiamata così.
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Una pattuglia della Stradale dell’Aquila vide l’Alfa 164 della famiglia ferma sulla corsia di emergenza. Gli agenti si avvicinarono e chiesero spiegazioni ma furono tranquillizzati da uno dei figli che gli disse che la madre soffriva di mal d'auto. Poco dopo i quattro si gettarono.
Dietro quel suicidio collettivo, accertò la polizia, una disastrosa situazione economica, con prestiti bancari e ipoteche che avevano raggiunto cifre miliardarie. Avventure imprenditoriali avviate soprattutto dal maggiore dei figli. E Forse nel suicidio collettivo giocò un ruolo di primo piano anche la malattia mentale della madre e il forte ascendente che la donna aveva sui tre figli.
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Una pattuglia della Stradale dell’Aquila vide l’Alfa 164 della famiglia ferma sulla corsia di emergenza. Gli agenti si avvicinarono e chiesero spiegazioni ma furono tranquillizzati da uno dei figli che gli disse che la madre soffriva di mal d'auto. Poco dopo i quattro si gettarono.
Dietro quel suicidio collettivo, accertò la polizia, una disastrosa situazione economica, con prestiti bancari e ipoteche che avevano raggiunto cifre miliardarie. Avventure imprenditoriali avviate soprattutto dal maggiore dei figli. E Forse nel suicidio collettivo giocò un ruolo di primo piano anche la malattia mentale della madre e il forte ascendente che la donna aveva sui tre figli.