Desirée, cade l'accusa di omicidio per 2 arrestati: «Non fu stupro di gruppo»

Martedì 13 Novembre 2018 di Michela Allegri
Desirée, il Riesame fa cadere l'accusa di omicidio per il nigeriano Chima Alinno
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C'è un colpo di scena nella vicenda legata alla morte di Desiree Mariottini, la minorenne di Cisterna di Latina, trovata priva di vita il 19 ottobre scorso in uno stabile occupato nel quartiere San Lorenzo di Roma. Il tribunale del Riesame, accogliendo le istanze presentate dalle difese, ha annullato l'accusa di omicidio volontario per Chima Alinno e Brian Minthe, due delle quattro persone arrestate. 

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Per i giudici non ci sono elementi sufficienti a dimostrare che i due hanno materialmente ucciso la ragazzina, appena 17 anni, fornendole un mix di farmaci e sostanze stupefacenti. I giudici del tribunale della Libertà hanno, inoltre, derubricato l'accusa di violenza sessuale di gruppo in abuso sessuale aggravato dalla minore età della vittima ma hanno riconosciuto il reato di spaccio per entrambi. Le due fattispecie contestate sono sufficienti a ribadire per i due indagati la detenzione in carcere.

La decisione del tribunale del Riesame potrebbe essere replicata anche per la posizione di Mamadou Gara, il senegalese di 26 anni per il quale l'udienza è fissata domani. Sempre per domani è prevista l'udienza di convalida del fermo per Marco Mancini, il pusher fermato dagli agenti della squadra mobile nei giorni scorsi e ritenuto dagli inquirenti la persona che ha materialmente portato gli psicofarmaci nello stabile di via dei Lucani utilizzati poi per somministrare a Desiree il mix letale. «Lui portava medicinali, di ogni tipo - ha raccontato agli inquirenti un testimone - in cambio gli davano la droga. Si poteva trovare davvero di tutto lì dentro». Mancini, a carico del quale è stata chiesta l'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, è accusato di detenzione e cessione di stupefacenti, come cocaina, eroina e psicofarmaci. Il suo quartier generale era l'area abbandonata di via dei Lucani dove, a detta di testimoni, «si poteva trovare  qualsiasi tipo di droga».

La decisione del Riesame rappresenta un primo 'stop' all'impianto accusatorio delineato nei primi giorni delle
indagini. Ma dagli uffici di piazzale Clodio spiegano che la posizione della Procura non cambia. I pm ribadiscono che gli elementi raccolti fino ad oggi portano a confermare le accuse mosse agli arrestati e confermano l'intero impianto dell'accusa: per la Procura a Desiree è stato somministrato un mix, risultato fatale, di droghe e farmaci con effetti psicotropi che l'hanno resa incosciente. La ragazzina, 17 anni, è stata così oggetto di una violenza sessuale di gruppo. Ore e ore senza nessuno che le abbia prestato soccorso e dopo le quali è sopraggiunta la morte. «Il quadro accusatorio non cambia - spiegano fonti inquirenti - Siamo ancora nella fase delle indagini ma siamo pronti a
leggere le motivazioni che hanno portato il Riesame a questa decisione». 


Per domani è prevista l'udienza del Riesame per Mamadou Gara, il terzo arrestato nell'ambito delle indagini per al morte della 17enne avvenuta in un'area occupata nel quartiere San Lorenzo di Roma.

Sempre domani è previsto l'interrogatorio di garanzia del quarto arrestato, un pusher italiano che avrebbe ceduto la dose letale per Desiree.

 

Ultimo aggiornamento: 14 Novembre, 09:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA