Fontana di Trevi, pizzo per le bancarelle: «Se vuoi stare qui dammi 40 euro». Una delle vittime ha rischiato di perdere un occhio

Gli ambulanti sono accusati di estorsione e lesioni nei confronti dei colleghi

Sabato 14 Ottobre 2023 di Michela Allegri
Fontana di Trevi, pizzo per le bancarelle: «Se vuoi stare qui dammi 40 euro». Una delle vittime ha rischiato di perdere un occhio

Volevano avere il monopolio delle bancarelle in una delle zone più turistiche della Capitale: intorno alla Fontana di Trevi. E, per difendere le loro postazioni di vendita, erano disposti a usare la violenza: minacce, tentativi di estorsione, addirittura aggressioni. Il culmine è stato raggiunto lo scorso gennaio, quando uno dei commercianti ambulanti concorrenti è stato picchiato e colpito con un ombrello: gli è stata infilata la punta, un'asta di metallo, in un occhio. Ora, per queste condotte violente il gip ha disposto tre misure cautelari: il venditore responsabile dell'aggressione è stato sottoposto agli arresti domiciliari, mentre gli altri due al divieto di avvicinamento alle vittime e anche all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Per i tre, tutti quanti bengalesi, le accuse contestate dal pm Francesco Basentini vanno dalle lesioni all'estorsione.

L'ORDINANZA

Nell'ordinanza a loro carico si legge che, insieme ad altri due soggetti che non sono ancora stati identificati, hanno considerato le vie accanto alla Fontana di Trevi praticamente come loro proprietà, minacciando in modo violento due venditori concorrenti che avevano iniziato a vendere borse in via delle Muratte.

Prima si sarebbero avvicinati, chiedendo in modo aggressivo di andarsene. Al rifiuto avrebbero risposto con calci e pugni. Visto che nei giorni successivi le vittime avevano continuato a lavorare nella stessa via, gli indagati avevano preteso 20 euro due volte a settimana. Poi, lo scorso 9 gennaio, una delle vittime è stata aggredita perché non aveva pagato: un indagato lo ha colpito al volto con la punta di un ombrello, centrando l'occhio sinistro, facendogli rischiare di perdere la vista.

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LA DENUNCIA

L'inchiesta è scattata dopo la denuncia presentata in Questura dalle vittime, entrambe bengalesi come gli aggressori. I due hanno raccontato di essere venditori ambulanti di borse in via delle Muratte e che gli indagati avevano intimato loro di cambiare zona, aggredendoli, accusandoli di avere invaso il loro territorio. Una decina di minuti dopo erano tornati, accompagnati da altri due soggetti, dicendo loro di spostarsi in una via meno frequentata per discutere della questione. C'era stata una prima aggressione: uno degli uomini aveva rotto sul marciapiede una bottiglia di vetro e aveva cercato di colpire il concorrente. Il giorno dopo il gruppo aveva preteso il pagamento di 20 euro due volte a settimana. Il 9 gennaio, l'aggressione più grave, avvenuta a Porta Maggiore. Quando uno dei commerciati vessati si era rifiutato prima di pagare e poi di seguire gli indagati, uno di loro si era scagliato contro di lui: gli aveva infilato nell'occhio sinistro l'asta di metallo di un ombrello. Erano subito intervenuti i passanti che avevano chiamato un'ambulanza, mentre l'aggressore era scappato. All'ospedale Oftalmico erano stati diagnosticati alla vittima 15 giorni di prognosi.

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I FILMATI

Fondamentali per le indagini, i filmati delle telecamere di sorveglianza posizionate davanti al Teatro Quirino, dove è avvenuta l'aggressione dello scorso primo gennaio. Si vede il primo litigio violento tra i venditori ambulanti per il posto da occupare. «Mi ha aggredito in via delle Vergini colpendomi con calci e pugni, perché non me ne ero andato da via delle Muratte ed ero rimasto a vendere le borse - ha raccontato agli inquirenti l'ambulante ferito - Ogni volta che passavano mi chiedevano 20 euro e se non pagavo mi minacciavano».
 

Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 09:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA