Drogata e violentata dopo la discoteca a Roma, il racconto choc della ragazza: «L'ho scoperto in un video inviato da amici»

«Mi ha offerto da bere e non ho ricordato più nulla. In una chat è spuntato il filmato»

Venerdì 11 Agosto 2023 di Alessia Marani
Droga una ragazza per due volte a Roma, poi filma la violenza sessuale e invia il video in una chat

«Ho scoperto di essere stata violentata, e in due occasioni distinte, attraverso dei video che mi sono stati girati da amici. Mi veniva da vomitare nel guardarlo, provando una rabbia incredibile. Mi ero fidata di quel ragazzo che una sera in un locale di Testaccio e un’altra in un discopub del Tuscolano si era offerto di riaccompagnarmi a casa dopo che avevo iniziato a non sentirmi bene. Ero come stordita, non capivo che cosa mi stesse accadendo. Entrambe le mattine successive mi sono risvegliata effettivamente a casa mia, ma non ricordavo nulla di quanto fosse avvenuto lungo il tragitto. Poi la scoperta». Erika (è un nome di fantasia), sudamericana da anni a Roma, è ancora sotto choc mentre ripercorre il suo incubo. La sua rabbia e i suoi sospetti li ha confidati anche ai carabinieri del Nucleo Investigativo di via In Selci quando ha presentato la denuncia: «Penso che mi abbia versato la droga dello stupro nel bicchiere e che abbia aspettato che mi facesse effetto, pronto per passare all’azione secondo un clichè che chissà con quante altre ragazze avrà utilizzato.

Uno schifo». È questa la pista su cui indaga la Procura.

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LE IMMAGINI

Le immagini filmate sono inequivocabili. In un caso la ragazza, vent’anni, viene abusata in auto, nell’altro in un luogo diverso che non è la sua abitazione. Chi la filma, il suo aguzzino, se ne fa un vanto e le riprese finiscono addirittura in una chat finché un amico della ventenne non se ne rende conto e la avverte: «Ma come è possibile, ne sai nulla? Guarda che ti ha fatto». 

Erika non perde tempo e si rivolge ai carabinieri. Consegna le immagini. Indica quel giovane che le presentò per primo il suo ex ragazzo diversi mesi fa. Si tratta di un ecuadoregno di 28 anni, con una carriera di promettente bomber sui campi di calcio appena lasciata alle spalle. Si chiama Daniel M. M. E. e qualche volta ha lavorato anche come buttafuori nel locale del Tuscolano. A gennaio si erano ritrovati a festeggiare insieme il compleanno di un amico comune al Caffè Latino di Testaccio (il locale è estraneo alle indagini), poi ad aprile un nuovo incontro, all’Hangar sulla Tuscolana (anche questo locale è estraneo alle indagini). Tutte e due le volte però a Erika succede qualcosa di strano. Lei non è solita bere molto, anzi perlopiù i suoi drink sono solo analcolici. Eppure in entrambe le occasioni dopo avere sorseggiato dal bicchiere comincia a sentirsi strana, come stordita e, puntuale, Daniel si offre di riportarla a casa. 

Ma nel tragitto ecco che, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il giovane, approfittando del suo stato di incoscienza, l’avrebbe sottoposta a più atti sessuali contro la sua volontà, riprendendo le violenze con il suo cellulare.

I carabinieri, durante le fasi investigative, hanno acquisito i video e raccolto le dichiarazioni degli amici riuscendo a identificare l’autore delle violenze. Che, poi, è una vecchia conoscenza. Il 3 agosto scorso, infatti, era stato arrestato dai carabinieri di Cinecittà perché trovato in possesso di 440 grammi di cocaina suddivisi in 49 ovuli. Ma lo stupefacente era nell’auto guidata da un suo amico peruviano che, in sede di convalida, si addossò tutta la responsabilità di quel carico, per cui il giudice decise di rilasciare Daniel. 

LA STANZA

La perquisizione domiciliare avvenuta in una stanza attigua al locale di via Tuscolana in cui dormiva, ha consentito agli investigatori di trovare anche alcuni grammi di polvere bianca, presumibilmente cocaina, un bilancino di precisione e vari supporti informatici il cui contenuto sarà esaminato per verificare l’eventuale presenza di ulteriori filmati e scongiurare l’esistenza di altre vittime. Per l’ecuadoregno, fortemente indiziato dei reati di violenza sessuale aggravata e diffusione illecita di video sessualmente espliciti, si sono spalancate le porte del carcere di Regina Coeli. 

La Ghb è un forte inibitore della volontà, un farmaco nato per curare i disturbi del sonno e dell’alcolismo ma poi diventato “droga dello stupro”. Negli ultimi anni la sua diffusione è aumentata, ceduta insieme ad altre sostanze per rendere ancora più disinibiti certi incontri e feste. Ai danni di vittime ignare sempre più giovanissime. Erika ha denunciato: «Non deve succedere ad altre, fate attenzione, non lasciate mai incustoditi i vostri bicchieri». La sua raccomandazione e quella delle forze dell’ordine. 

Ultimo aggiornamento: 12 Agosto, 07:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA