Orban sfida l'Ue: «Non cedo ai ricatti, frontiere chiuse»

Martedì 11 Settembre 2018
Orban sfida l'Ue: «Non cedo ai ricatti, frontiere chiuse»

Duro, anzi durissimo. Il premier ungherese Viktor Orban non arretra di un millimetro e sfida apertamente l'Europa che lo processa a Strasburgo, dove domani l'Europarlamento voterà sulle sanzioni al suo Paese per violazioni sullo stato di diritto. In un emiciclo pieno a metà, il premier sovranista, leader del fronte di Visegrad anti-migranti, ha tirato dritto per la sua strada, parlando di «patria», «nazione», «difesa dei confini» e respingendo «minacce» e «ricatti» da quell'Unione che ha accusato di «non capire» l'Ungheria, che «da mille anni è membro della famiglia europea». 

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Nessuno sconto, nessun ammiccamento.

Il Parlamento ha ascoltato in silenzio, attonito e sconcertato. Destre a parte ovviamente, che invece lo hanno osannato. Imbarazzo tra le fila dei Popolari, il più grande gruppo dell'Eurocamera che si è spaccato in due tronconi e che domani probabilmente voterà in libertà. Di fronte al pugno duro di Orban, Manfred Weber, il capo del gruppo popolare cui appartiene anche il leader ungherese, si è trovato costretto a ricalibrare la linea aperturista seguita nei giorni scorsi, annunciando che «se da parte di Budapest non ci sarà la disponibilità a risolvere tutti i problemi, si farà scattare l'articolo 7.1» del Trattato sull'Unione europea. Ovvero le sanzioni, che potrebbero arrivare anche alla sospensione del diritto di voto dell'Ungheria nel Consiglio Ue. 



Proprio il Ppe è la grande incognita che pesa sull'esito del voto. Socialisti e liberali sono schierati per il via libera alle misure punitive, il gruppo dei sovranisti ed euroscettici, cui fa parte la Lega di Matteo Salvini, voterà contro. In una scelta dai riflessi politici importanti per il governo italiano, i Cinque Stelle condanneranno Orban, mentre Forza Italia voterà con il Carroccio, ricompattando il centrodestra. Ma scelte e dialettiche politiche a parte, il vero protagonista di oggi è stato il premier magiaro. «Voi vi siete già fatti un'idea su questa relazione, e il mio intervento non vi farà cambiare opinione ma sono venuto lo stesso», ha sfidato gli eurodeputati in aula. Poi l'affondo, quando ha annunciato che sui migranti andrà avanti «anche senza» l'Europa, «se necessario». Budapest, ha avvertito, «non accetterà minacce e ricatti delle forze pro-immigrazione». Nessun passo indietro dunque sulla «difesa delle frontiere» e lo «stop ai clandestini». «Ho accettato compromessi» sul sistema giudiziario e elettorale, ma «questa relazione, che contiene 37 errori, vuole buttare tutto alle ortiche», ha insistito Orban, puntando l'indice contro chi vuole dare un «colpo grave al dialogo costruttivo».

Accuse rispedite al mittente dal vicepresidente della Commissione Frans Timmermans, che replicando al suo discorso gli ha dato del «codardo», precisando che le critiche al governo di Budapest non sono dirette agli ungheresi. «Se credete in queste leggi, fatevene carico e poi ne parliamo. Perché altrimenti è una cosa da codardi», ha detto Timmermans. Un'ondata di commenti ha seguito l'intervento del premier ungherese, da Sassoli del Pd che ha definito il suo discorso «incompatibile con i valori europei», puntando l'accento sulle fratture Lega-M5S, ai Verdi, di cui fa parte la relatrice del rapporto, Judith Sargentini, che ha parlato di situazione peggiorata in Ungheria per i media, il settore accademico, la magistratura e le ong. Tra i banchi della Lega si è levata la voce della capogruppo Mara Bizzotto che ha definito Orban «un eroe, perché lotta per la libertà e la sovranità del proprio popolo contro questa Unione Sovietica Europea». Un assist colto al volo dallo stesso Orban, che in conferenza stampa con i giornalisti a Strasburgo ha lodato «il coraggio» del governo italiano sui migranti e incensato l'alleato Salvini: «È molto deciso e risoluto a proteggere le frontiere, io lo appoggio al 100%». La sfida tra populisti e europeisti in vista delle cruciali elezioni dell'anno prossimo è lanciata.

Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 16:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA