Claudio Pinti, l'untore del virus Hiv, ha contagiato volutamente tutti i suoi partner sessuali. La polizia di Ancona ne è convinta e ha le prove. Lo spiega a Chi l'ha Visto? Carlo Pinto, capo della Squadra Mobile che indaga sul caso, sottolineando che l'uomo potrebbe essere incriminato anche per l'omicidio volontario dell'ex fidanzata un anno fa.
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Ai microfoni della trasmissione di Rai Tre gli inquirenti chiedono a chiunque sia entrato in contatto di farsi avanti: «Questo appello ha una doppia finalità: trovare casi simili per allargare la responsabilità di Claudio Pinti e preservare la salute di chi ha avuto rapporti con lui, perché chi si attiva subito potrebbe avere un risvolto della malattia più contenuto».
Pinti ha rivelato di essere andato a letto con 228 persone tra donne, uomini e transessuali. Gente conosciuta in modi diversi, soprattutto in rete. «La difficoltà è che non sappiamo quanti social e quanti siti abbia visitato Pinti».
L'uomo negava l'esistenza del virus e invitava le donne con cui aveva relazioni stabili a ignorare i sintomi ostacolando l'inizio della terapia e di fatto il potenziale percorso di guarigione.
La sua ex compagna, con la quale aveva convissuto per otto anni, potrebbe essere morta per questo. «Noi sapevamo che la sua compagna avesse un male incurabile, ma Claudio aveva minacciato un po’ tutti chiedendo di stare zitti riguardo a questa situazione», dichiarano i vicini di casa.
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