Ponte crollato, per i pm un tentativo di depistaggio: sequestrate le carte a Cesi e Politecnico

Martedì 18 Settembre 2018 di Valentina Errante
Ponte crollato, per i pm un tentativo di depistaggio: sequestrate le carte a Cesi e Politecnico
L'INCHIESTA
dal nostro inviato
GENOVA Non solo gli studi commissionati nel 2015 e nel 2017 al Cesi e al Politecnico, per stabilire se fosse chiaro che il Ponte Morandi presentava delle criticità. Ieri la Guardia di Finanza si è presentata negli uffici dell'Università di Milano e della società che nel 2015, per conto di Aspi, eseguì un monitoraggio sul viadotto soprattutto per acquisire tutta la corrispondenza, precedente e successiva al crollo. L'ultima email inviata nella notte tra il 14 e il 15 agosto, a poche ore dalla tragedia, è quella nella quale la responsabile commerciale del Cesi attribuiva le cause del disastro a un possibile difetto di progettazione. Il sospetto è che ci sia stato un tentativo di depistare l'inchiesta.
Gli interrogatori del manager di Autostrade, Fabrizio Valeri, che ai pm ha detto di non avere richiesto quella nota e di non averla trasmessa ai vertici di Aspi, e quello di Chiara Murano, la responsabile marketing del Cesi, al centro di un'indagine interna della società, non hanno convinto i magistrati che indagano sul crollo. La donna ha dichiarato di avere agito senza alcun input, eppure proprio quel documento, disconosciuto anche dal Cesi, è stato tra i primi ad essere trasmessi al Mit.



LE TESTIMONIANZE
Ma la procura vuole verificare anche le testimonianze di quanti riferiscono che, da quegli studi, non emergeva con chiarezza quale fosse il rischio. Per questo sono stati portati via documenti cartacei, hard disk e memorie dei telefonini. L'obiettivo è confrontare quanto rilevato sulla documentazione acquisita presso Autostrade per l'Italia, Spea (società delegata al monitoraggio della rete autostradale italiana) e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

L'avanzamento degli studi e gli allegati, esiti preliminari e le conversazioni via mail e via telefono tra Autostrade e Politecnico di Milano e il Cesi. La Finanza, coordinata dal procuratore Francesco Cozzi e dall'aggiunto Paolo D'Ovidio, ha acquisito computer e cellulari, oltre a documenti cartacei di dipendenti e dirigenti dell'istituto universitario e della società che fornisce consulenze ingegneristiche. Al setaccio anche le cartelle condivise, custodite nei computer e nei server. Il materiale raccolto verrà esaminato nelle prossime ore e servirà anche per indirizzare gli interrogatori sia degli indagati che delle persone informate dei fatti. Questi ultimi verranno sentiti nel corso di questa settimana, mentre per lunedì prossimo è previsto l'interrogatorio di Stefano Marigliani, direttore del primo tronco, indagato insieme ad altre 19 persone tra Autostrade, ministero dei Trasporti (in particolare della Direzione generale per la vigilanza), Spea Engineering (la società del gruppo Atlantia che per Autostrade cura tra l'altro il servizio di sorveglianza e manutenzione delle infrastrutture). Poi toccherà all'ad di Autostrade Giovanni Castellucci.



IL REPORT
Martedì è previsto l'incidente probatorio, per il colonnello Ivan Bixio, che ha firmato le informative, potrebbero avere interesse a partecipare all'atto irripetibile anche il presidente di Autostrade Paolo Cerchiai, l'ad di Aspi Antonio Galatà e il presidente Paolo Costa, ma per farlo dovrebbero essere iscritti sul registro degli indagati.
Attualmente Chiara Murano, dirigente marketing della società di consulenza ingegneristica Cesi e addetta ai rapporti con Autostrade, ed Enrico Valeri, responsabile coordinamento viabilità del concessionario, rimangono due testimoni. Su richiesta di Valeri a mezzanotte e otto minuti del 15 agosto scorso, la Murano aveva inviato il report sullo studio commissionato nel 2015, ma l'aveva accompagnato con un'email ora al centro di altre verifiche.
«Dal nostro punto di vista scrive le attività di gestione e sorveglianza del ponte sono state adeguate e svolte con la dovuta diligenza. Riteniamo piuttosto che le cause di quanto tragicamente occorso siano da rintracciarsi nel vizio progettuale originario e che questo possa aver generato un collasso imprevisto». Valeri è stato categorico: «L'email non è stata richiesta e non ha avuto alcun peso», eppure il 15 agosto è tra i primi documenti trasmessi al Mit. Il Cesi, dal canto suo, ribadisce di avere offerto la propria collaborazione agli inquirenti già da agosto e ricorda di avere immediatamente preso le distanze dalle dichiarazioni della dipendente: «Sono scelta del tutto personale della dipendente». Dopo sette ore di audizione, che la scorsa settimana si sono concluse con il sequestro del telefonino e del computer della Murano, però la procura cerca altre tracce e non crede che la responsabile marketing abbia agito di sua iniziativa.
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