Per raggiungere il successo alle volte basta un tovagliolo di carta bianco. Era il 1983. «Avevamo appena fatto "Sapore di Sale" - ha confessato ieri Enrico Vanzina all'Hotel Posta di Cortina nel primo dei tre giorni di celebrazioni per i 40 anni di "Vacanze di Natale" - e, la sera della presentazione del film, Aurelio De Laurentiis era in sala e abbiamo iniziato a parlare di fare un film che raccontasse il contemporaneo. L'idea è piaciuta subito tanto che abbiamo firmato il contratto su un tovagliolo al ristorante...». Così è nato il mitico film di Carlo e Enrico Vanzina, uscito nelle sale il 22 dicembre 1983. Un evento organizzato nella Conca ampezzana, con alcuni protagonisti di allora come "Billo" al secolo Jerry Calà; in collegamento Stefania Sandrelli e il produttore De Laurentiis, celebrando l'anniversario con una vera e propria reunion nella Perla delle Dolomiti, palcoscenico di questo film che ha fatto epoca.
IL MITO
Un film che ha rappresentato un'epoca: i mitici anni 80, spensierati, felici e grossolani. Un po' come lo stesso film, padre di tutti i "cinepanettoni", «un termine che non ho mai amato» ha detto Vanzina. Ma "Vacanze di Natale" è stato qualcosa di più: è rimasto nell'immaginario collettivo e ha rappresentato e descritto - senza critica sociale, forse addirittura con benevolenza - gli stati d'animo, le aspettative di quegli anni. Un film che riunì, oltre a Calà e Sandrelli, attori come Christian De Sica, Claudio Amendola, Antonella Interlenghi, Marilù Tolo e in un cameo anche Moana Pozzi. «Oggi ho cercato di sentire cosa provavo - ha raccontato Vanzina - ho fatto una passeggiata e ho pensato: Carlo è qui! Se siamo oggi qui a festeggiare lo dobbiamo a Carlo, la sua regia semplice, ma in realtà molto complicata, ha fatto emergere da ogni attore il meglio. Scegliemmo Cortina perché mio fratello e io la conoscevamo come le nostre tasche».L'Italia stava attraversando un periodo di cambiamento. «In questo film - ha chiosato Vanzina - ci si riconosce. E c'è pure una colonna sonora perfetta. La cosa straordinaria è che, oggi, i giovani vi si riconoscono. Perché la musica era fantastica, il cinema era fantastico. Abbiamo precorso i tempi, basti pensare alla scena in cui il personaggio di De Sica viene pizzicato a letto con il maestro di sci». E dopo Vanzina, è toccato a Stefania Sandrelli rievocare i fasti di allora: «È stata una cosa magica - ha detto - Eravamo dei mattacchioni come la gente ci vedeva nei film. Jerry Calà nel film suonava al pianobar ed era innamorato di me». E oggi la festa continua.